L’ex n.1 delle giovanili. Corazza: "Un talento. Siamo fieri di lui. Facemmo di tutto per tenerlo con noi»

"Era già uno dei migliori prospetti d’Italia quando lo abbiamo portato al Bologna". Una frase che dice molto sul valore...

di GIANLUCA SEPE
13 marzo 2025
Bandiere e tifo nella curva rossoblù

Bandiere e tifo nella curva rossoblù

"Era già uno dei migliori prospetti d’Italia quando lo abbiamo portato al Bologna". Una frase che dice molto sul valore di Matteo Cocchi, ancor più se pronunciata da Daniele Corazza, per 20 anni alla guida del settore giovanile rossoblù. "Lo prendemmo dal Reno Molinella, fece 3-4 anni con noi e prima di firmare il vincolo andò all’Inter. Quando arriva la chiamata di una squadra più blasonata è difficile resistere. La famiglia scelse di andare a Milano".

L’esperto dirigente però vuole sottolineare come non sia l’ennesima storia di una fuga dalla provincia: "Provammo a trattenerlo in tutti i modi. Intervenne la prima squadra con la dirigenza. La famiglia parlò con Di Vaio, Bigon e Sabatini. Riuscimmo però a raggiungere un accordo per la cessione onerosa, con una serie di bonus legati al prosieguo della carriera. Una cosa non scontata in queste situazioni. Fu fatto il possibile".

L’esordio in Champions di Cocchi è arrivato nella stessa stagione in cui anche altri due bolognesi si sono affacciati al grande calcio, Federico Ravaglia e Tommaso Corazza, che insieme a Kacper Urbanski sono usciti dalle giovanili rossoblù: "Sono orgoglioso di questo, significa che è stato fatto un ottimo lavoro. All’epoca avrei voluto che Cocchi giocasse direttamente in Under17. Forse rimanendo con noi avrebbe accelerato i tempi".

Gianluca Sepe

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