O’ mamma, che gran Bologna. Orsolini show e difesa insuperabile. Travolto l’ Empoli, si torna a cantare

Primo tempo aperto: rossoblù in vantaggio, palo ospite. Nella ripresa la qualità fa la differenza, tris dell’esterno. Gran festa al Dall’Ara per la seconda vittoria in campionato, il quarto ’clean sheet’ e il sesto risultato utile di fila.

di GIANMARCO MARCHINI -
2 ottobre 2023
Orsolini show e difesa insuperabile. Travolto l’ Empoli, si torna a cantare

Orsolini show e difesa insuperabile. Travolto l’ Empoli, si torna a cantare

Si era svuotato troppo in fretta il carro di Orsolini. Troppo in fretta qualcuno era sceso, aveva preso gli undici gol dell’anno scorso per buttarli in uno scatolone dei ricordi da abbandonare alla polvere. Ndoye, Karlsson, Saelemaekers: scusate, Orso chi?

Eccolo, con il braccio alzato a sventolare le tre dita. Tre come i gol, tutti suoi, con cui il Bologna travolge l’Empoli e ritrova un sorriso vero, smagliante. Mentre al Dall’Ara batte il corazon a ritmo di ’O mamma, mamma, mamma, ho visto un gran Bologna’. Se proveranno a dirvi che è un caso, non credeteci: perché i rossoblù venivano da tre zero a zero di fila. Perché Zirkzee ispira, Ndoye irrompe e Karlsson incanta, ma nessuno segna. Almeno per ora. E quindi, come d’incanto, riecco Orso. Minuto ventuno del primo tempo, controllo di tacco, sombrero a Walukiewicz e sinistro in buca. L’uno a zero è un gioiello di tecnica, il secondo è un piattone chirurgico, il terzo è un arcobaleno di colori. Tre, come le tre panchina di fila, con Cagliari, Napoli e Verona.

Si risveglia Orso, si risveglia il Bologna, in una sorta di simbiosi che la scorsa stagione aveva fatturato tanto nell’economia dei 54 punti finali. E qui torniamo all’inizio della storia: troppo sottovalutati quegli undici gol, troppo ridimensionato il ruolo di Orsolini nel Bologna del ’tutti utili e nessuno indispensabile’ di Thiago (a proposito, ieri con Ferguson sesto capitano diverso in 7 gare). Attenzione: questa squadra l’anno scorso ha già dimostrato di saper sopperire all’assenza di un certo Arnautovic, con la forza della coralità e di un’identità di gioco precisa. Ma, dopo la rivoluzione estiva, quell’identità tecnica è ancora da ritrovare, come dimostra peraltro il primo tempo di ieri contro un Empoli fresco di ribaltone in panchina e della prima vittoria in campionato contro la Salernitana, dopo sei sconfitte, appena un gol segnato e tredici incassati. Insomma, non proprio una corazzata. Eppure solo nel primo tempo, Skorupski deve metterci i guantoni tre volte (miracolosa la parata su Baldanzi al 30’), un’altra lo salva il palo (di Maleh, al 24’) e in un paio di occasioni i toscani dilapidano due contropiedi pazzeschi.

E, allora, quando la squadra ancora non gira come dovrebbe e l’avversario si fa pericoloso, è qui che serve la gente come Orsolini, soprattutto se quelli come Ndoye e Zirkzee sprecano l’impossibile davanti a Berisha (al 20’ lo svizzero, al 46’ l’olandese). Il tempo, però, è tutto dalla loro e le premesse fanno davvero sperare cose magnifiche. Nell’attesa di quel giorno, però, un bel grazie al vecchio Riccardo che, ad appena 26 anni, è uno dei veterani di questo nuovo Bologna che comunque cresce. Cresce la personalità di Beukema in difesa, cresce El Azzouzi in mezzo, cresce (senza dover avere fretta) Corazza ieri al debutto da titolare in A. Risultato? Quarto clean sheet e sesto risultato utile di fila. Un buon biglietto per citofonare sabato a casa dell’Inter capolista. Certo, loro avranno pure il Toro, ma il Bologna ha ritrovato il suo Orso.

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