Orsolini riporta indietro l’orologio: "La nostra impresa ci deve ispirare"
Il capitano: "E’ un anno zero, ma quanto di incredibile conquistato può darci la fiamma per accenderci"
Se le parole bastassero a costruire un’impresa è difficile immaginare parole più centrate di quelle che ha usato ieri Riccardo Orsolini per indicare il giusto approccio alla Coppa dei sogni. Sala stampa del Dall’Ara, Italiano e De Silvestri come compagni di viaggio. Orso vedi i loghi della Champions e trattiene il sorriso, perché sa che ventiquattr’ore dopo tra quelle mura toccherà tentare la prima impresa. Ma Orsolini sa anche che la nuova stagione è cominciata con pochi punti in classifica e mille interrogativi. E allora: "La scorsa stagione abbiamo fatto qualcosa di bellissimo grazie a un’alchimia speciale che si è creata tra squadra, società e tifosi – dice l’attaccante in sala stampa –. Piacerebbe anche a me rivivere quei momenti di gioia sul pullman scoperto quando io e Lollo lanciavamo i cori: ma quello è il passato. Quello che è cominciato invece è, deve essere, il nostro anno zero. E quando scenderemo in campo, a cominciare dalla partita con lo Shakhtar, dobbiamo pensare a tutto il lavoro che abbiamo fatto per arrivare a giocare in questa competizione. Quel qualcosa di incredibile che abbiamo costruito la scorsa stagione dev’essere la fiamma per accendere il fuoco di questa".
Impeccabile: ma anche emozionato. "Per molti di noi sarà la prima volta – dice il veterano rossoblù – quindi l’emozione è incredibile. Queste peraltro sono partite che si preparano da sole, trovando le motivazioni dentro". Poi può capitare che le gambe tremino ascoltando dal campo quella musichetta Champions che probabilmente gli ronza nella testa fin da quando, con le stimmate del bambino-prodigio, seminava gli avversari e bucava le reti sul campo di Rotella e sulla sabbia di San Benedetto del Tronto, nelle lunghe estati al mare. Tempo di voltarsi indietro nel calcio però non ce n’è: tempo di rintuzzare le critiche invece sì. Perché stanotte Orsolini proverà a mettere l’abito di gala in Champions dopo le ultime tre uscite in campionato in cui ha giocato un po’ in ciabatte: non da Orsolini in ogni caso.
"Partita del riscatto? – dice rispondendo a una precisa domanda –. Non la definirei così. Abbiamo giocato solo quattro partite e sappiamo che dobbiamo ricominciare da zero, perché abbiamo cambiato l’allenatore e sono andati via diversi giocatori. Ma tutto questo allarmismo non lo vedo: la stagione è appena iniziata e dobbiamo ancora smaltire i carichi di lavoro, senza contare che i nuovi devono avere il tempo di inserirsi. Ci vuole un po’ di pazienza".
In realtà serve anche altro: "Promesse non se ne fanno, ma mi sento di garantire che non mancherà mai la voglia, l’atteggiamento, la volontà di sputare sangue in campo. E’ da Valles che io e Lollo ci siamo messi là davanti a tirare il gruppo peer far capire a tutti cosa significhi indossare questa maglia. Penso che questa Champions sia una grande occasione per tutti, non solo per me". Ma se gira Orso gira tutto il Bologna: questa è sempre stata la regola.
Massimo Vitali
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