Sliding doors rossoblù: Pascutti all’Inter e Riva al Bologna. Ma Schiavio disse no

Il compianto ‘Rombo di tuono’ fu vicino a vestire la maglia rossoblù nell’estate del 1966 per sostituire Ezio Pascutti, cercato dall’Inter. Ma l’affare saltò e Riva rimase a Cagliari

di MASSIMO VITALI
24 gennaio 2024
A sinistra, Gigi Riva con la maglia dell'Italia. A destra, Ezio Pascutti al Bologna

A sinistra, Gigi Riva con la maglia dell'Italia. A destra, Ezio Pascutti al Bologna

Bologna, 24 gennaio 2024 – Oggi che l’Italia, calcistica e non, piange Gigi Riva fa specie pensare che ‘Rombo di tuono’ avrebbe potuto imperversare anche sul prato del Comunale, con addosso la maglia del Bologna, se solo ‘Angelino’ Schiavio non si fosse messo di traverso all’ipotesi di cedere Ezio Pascutti all’Inter.

Schiavio, Riva, Pascutti: tre numi tutelari del gol che in quella calda estate del 1966 incrociarono i loro destini. Riva ha alle spalle le prime tre stagioni col Cagliari e a suon di gol è diventato un obiettivo delle grandi.

Milan, Juve e Inter gli fanno la corte, ma tra le big c’è anche il Bologna, che due anni prima ha vinto il settimo scudetto.

L’Inter vuole Pascutti

Quando nella corsa all’astro nascente del calcio italiano l’Inter di Angelo Moratti sembra aver scalzato tutti Helenio Herrera, che di quell’Inter è il demiurgo in panchina, prende in contropiede anche il suo presidente: "Non voglio Riva, prendetemi Pascutti".

Apriti cielo. In pochi giorni viene imbastita un’architettura di mercato che prevede lo sbarco di Pascutti all’Inter, l’approdo di Riva al Bologna e l’arrivo al Cagliari di Vastola, ala destra esplosa nella prima stagione sotto le Due Torri con 9 reti in 18 partite.

E qui entra in scena Angelo Schiavio, il popolare ‘Anzlein’, il Principe del gol rossoblù nel frattempo diventato consigliere del presidente Luigi Goldoni.

"Se vendete Pascutti mi dimetto", tuona Schiavio, forte del consenso di una piazza già in ebollizione dopo i primi articoli di giornale che danno l’affare per concluso.

Pascutti resta a Bologna

"Non c’è nulla di vero, quando prendo una decisione non seguo i titoli dei giornali", giura Goldoni. E così Riva resta sull’isola e Pascutti continua la sua avventura sotto le Due Torri. Per la cronaca l’anno prima il ct dell’Italia Mondino Fabbri aveva regalato a Riva il sapore del debutto in azzurro mandandolo in campo proprio al posto di Pascutti nell’Ungheria-Italia 2-1 del 27 giugno 1965 a Budapest.

Gigi Riva per i rossoblù 

Che cos’ha rappresentato Gigi Riva per il Bologna nelle dodici stagioni di A, dal 1964 al 1976, in cui ‘Rombo di tuono’ firmava le sue imprese? Un avversario imprendibile, un bomber inarrestabile, un castigatore seriale. Basti dire che a nessun’altra squadra Riva in carriera ha segnato come al Bologna: 15 reti in 19 incroci. Ne sanno qualcosa i vari Furlanis, Janich, Pasinato, Cresci e Roversi, che con ‘Rombo di tuono’ hanno dato vita a duelli indimenticabili.

Spesso vinceva lui, Gigi. Come quando il 2 ottobre 1966 fece tripletta in un Cagliari-Bologna che Luis Carniglia in panchina ricordò a lungo. Chissà che piega avrebbe preso la storia se a inizio carriera, tre anni prima del mancato passaggio di Pascutti all’Inter, l’illuminato dirigente del Cagliari Andrea Arrica avesse ceduto alle avance del ‘presidentissimo’ Renato Dall’Ara.

Arrica vide all’opera Riva in una partita della nazionale juniores al Flaminio di Roma e a giugno chiuse l’affare col Legnano, in cambio di 37 milioni di lire. Dall’Ara mandò un suo emissario mettendo sotto il naso di Arrica 50 milioni, ma fu respinto con perdite.

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