Thiago, dura Lecce. Motta sotto indagine Figc per lo sfogo contro Nasca. Rischio multa o squalifica

"Dichiarazioni lesive": aperto un procedimento federale per l’attacco agli arbitri. Fenucci: "Un pari rocambolesco. Frasi nate dalla delusione per la vittoria sfuggita".

di MASSIMO VITALI -
5 dicembre 2023
Motta sotto indagine Figc per lo sfogo contro Nasca. Rischio multa o squalifica

Motta sotto indagine Figc per lo sfogo contro Nasca. Rischio multa o squalifica

"Dichiarazioni lesive". Con questa ipotesi di violazione del codice della giustizia sportiva la Procura federale della Figc ieri ha aperto un procedimento a carico di Thiago Motta, finito nel mirino degli ispettori federali dopo le parole in libertà pronunciate dal tecnico nel dopo gara di Lecce. Tradotto: il rischio deferimento per Motta adesso è concreto, anche se di sicuro non c’è nulla e occorrerà attendere. Toccherà agli ispettori federali, che ieri hanno aperto un fascicolo, soppesare nei prossimi giorni le dichiarazioni di Motta all’indirizzo non tanto di Doveri ("é un grande arbitro ma doveva fischiare la fine della partita prima") quanto di Nasca, la giacchetta nera al Var sul quale Thiago ha usato la mano pesante. "Con lui sono sfortunato – ha detto nel dopo partita il tecnico rossoblù –. Nelle sue mani il Var è uno strumento positivo che diventa un’arma, usata sempre contro le mie squadre. Anche oggi ne ha combinata una delle sue". Nessun grado di parentela con la gravità delle affermazioni di Mourinho contro l’arbitro Marcenaro alla vigilia di Sassuolo-Roma (in relazione alle quali la stessa procura federale ieri ha notificato l’avviso della chiusura indagini, preludio al possibile deferimento), ma certo dichiarazioni sulle quelli la Figc non poteva chiudere un occhio. A differenza di Mourinho Motta a oggi, almeno formalmente, non è indagato: la procura federale sta raccogliendo elementi per valutare se sussistano i presupposti per tramutare il fascicolo ‘conoscitivo’ in un vero e proprio fascicolo d’indagine. Qualora ciò accadesse Motta e il club avrebbero tutto il tempo per preparare una strategia difensiva ed essere ascoltati dagli 007 federali. A seguire, nel caso, il deferimento vero e proprio e il giudizio della procura, col rischio squalifica.

Oggi intanto si pronuncerà anche il giudice sportivo sulla base del referto di gara stilato da Doveri. E qui si capirà se per il tecnico rossoblù ci saranno altre conseguenze disciplinari. Il classico caso del danno (non piccolo) che si aggiungerebbe alla beffa. Da agosto a oggi infatti il conto presentato ai rossoblù dalle decisioni delle giacchette nere, che siano state figlie di errori macroscopici, di isteria da Var o di principio di discrezionalità applicato a senso unico, a Casteldebole è salatissimo. I due punti persi al fotofinish a Lecce anche ieri bruciavano parecchio.

Thiago resta fermo nelle sue posizioni. "Non devo chiedere scusa a nessuno", aveva già detto il tecnico nel post gara di domenica. Anche a Monza, due mesi fa, il tecnico aveva gridato pubblicamente la sua rabbia. Così come aveva fatto l’ad Fenucci a fine agosto, dopo il furto subito in casa Juve. A Casteldebole ieri i dirigenti erano arrabbiati al pari di Motta per il recupero ‘allungato’ senza una ragione apparente da Doveri, ma poco inclini ad assegnare colpe a Nasca nella valutazione del rigore. E Saputo? Ieri si è appreso che a Lecce Joey non era presente, a differenza del figlio Luca. Certo una presa di posizione del proprietario aiuterebbe a far capire al palazzo del calcio che oggi ci sono una società e una tifoseria arrabbiate. Perché Thiago va sempre alle crociate, ma a volte nel brandire lo spadone si sente un po’ solo. In serata è arrivato anche il commento di Claudio Fenucci: "Abbiamo subìto un pareggio rocambolesco al 95’, credo che le dichiarazioni siano nate dalla delusione per la vittoria sfuggita". Poi l’ad ha concluso con un "speriamo in un proscioglimento".

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