Toto mania Gol e ’garra’, Castro strega Valles

Santi si è preso il Bologna: la doppietta al Caldiero chiude una prima parte di ritiro da protagonista. E la ’9’ di Zirkzee è segno di carattere

di MASSIMO VITALI -
29 luglio 2024
Toto mania Gol e ’garra’, Castro strega Valles

Tutta la carica di Santiago Castro durante l’amichevole di sabato scorso a Valles vinta 5-0 contro il Caldiero Terme: due gol per l’argentino (Schicchi)

VALLES (Bolzano)

Se c’è un aggettivo che si sposa perfettamente al Castro in versione ‘nove’ che ha firmato con una doppietta l’amichevole di sabato col Caldiero è ‘rapace’. Santiago nel primo tempo per due volte si è avventato come un falco sui palloni scodellati in area da Karlsson e Orsolini, mostrando quella fame di gol che tanto invoca a parole (più spesso attraverso le urla) Vincenzo Italiano durante le esercitazioni in allenamento. Rapace fa rima con vorace. Quella voracità che dal giorno del raduno ha spinto l’ex attaccante del Velez ad andare in picchiata sulla maglia numero 9 lasciata vacante da un certo Joshua Zirkzee: non proprio un’eredità qualunque.

E pazienza se il ‘nove’ designato, ammesso e non concesso che Italiano abbia già in testa una gerarchia, quando è sbarcato a Casteldebole è rimasto a bocca asciutta e ha dovuto virare sul 24: Thijs Dallinga ha capito in fretta che sbarazzarsi della voglia di spaccare il mondo che ha oggi Castro non sarà la più facile delle imprese.

Anche se le corone assegnate in precampionato sono spesso traballanti, ogni ritiro estivo ha un re. A Sestola c’era un tempo in cui incantava tutti Gabriele Paonessa, poi messo fuorigioco anche dalla sfortuna. Oggi il reuccio di Valles appare Castro, uno che ha una tremenda fretta di riprendersi il tempo perduto e di conquistare a suon di gol i bolognesi.

Sabato gli occhi dei duemila tifosi rossoblù che assistevano all’amichevole col Caldiero erano tutti per ’Toto’ (in curva è comparsa anche una bandiera dell’Argentina): per l’ex promessa del Velez che ha cominciato la stagione a spron battuto, non foss’altro che per dare un senso ai Giochi di Parigi che il Bologna gli ha fatto saltare. Vedere le Olimpiadi in televisione, come sta facendo oggi Santiago, non è la stessa cosa che giocarle: ma a Italiano va meglio così e non è detto che la cosa dispiaccia troppo nemmeno al diretto interessato, che ha bisogno di tenere a bada la concorrenza di Dallinga e può farlo solo stando sul pezzo e difendendo la posizione. Peraltro la storia dei suoi tre anni alla Fiorentina testimonia che Italiano non è allenatore da gerarchie fisse, tanto più se gli impegni sono tanti e distribuiti su tre fronti.

C’era una volta Joshua Zirkzee, centravanti unico per qualità delle giocate e per indiscussa leadership. E oggi al suo posto c’è Castro, che guardacaso eccelle in una qualità che al suo predecessore faceva difetto: la capacità di essere ‘cattivo’ davanti alla porta, che è poi la caratteristica di ogni vero centravanti. Il debutto in campionato con l’Udinese non è poi così lontano e Dallinga ha tre settimane di tempo per accelerare il suo ambientamento conquistando quel 9 che oggi appare più sulle spalle di Castro. Perché Val Pusteria oggi fa rima con ‘Santi mania’, ma da qui a maggio là davanti ci sarà spazio per tutti.

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