Caso Vlahovic, Abodi: “Gasperini rifletta”. Ulivieri: “Dichiarazioni a caldo, il tecnico ci avrebbe riflettuto”

Polemiche dopo le dichiarazioni del tecnico dell’Atalanta sui cori contro il serbo

di PAOLO FRANCI -
8 maggio 2023
Soccer: Serie A; Atalanta-Juventus

Soccer: Serie A; Atalanta-Juventus

Tolleranza zero? No, sotto lo zero. Il caso Vlahovic, con i cori razzisti dei ’tifosi’ dell’Atalanta, fa il giro del pianeta, passa per il palazzo del pallone mondiale - la Fifa - e torna indietro con una richiesta che sa molto di intimazione: “Non si tratta di un episodio isolato e chiedo alle autorità competenti di garantire l’applicazione di sanzioni severe per contrastare tali episodi e fungere da deterrente. Le vittime di questi abusi devono essere sostenute e i responsabili debitamente puniti dalle autorità a ogni livello”, tuona il numero uno della Fifa Gianni Infantino, mentre qui da noi si attendono le decisioni del giudice sportivo. Vlahovic non è in odor di squalifica, quindi per lui ci sarà solo il conteggio del cartellino giallo - dovessero aggiungersene nelle prossime quattro partite fino a determinare una squalifica, la Figc ha già fatto sapere che impugnerà la decisione in sede di ricorso - e l’attenzione è tutta per la sanzione che sarà comminata alla curva dell’Atalanta. E’ chiaro che il rombo di tuono che arriva dalla Fifa, oltre che dalle istituzioni sportive e non, non può essere ignorato in un Paese, il nostro, che non si distingue per episodi isolati, purtroppo. E quel “debitamente punito“ richiesto da Infantino, pur in assenza di recidiva, potrebbe tramutarsi nella chiusura della curva bergamasca, al pari di quel che accadde allo Stadium per gli insulti a Lukaku. E cioè chiusura della Tribuna sud primo anello, sanzione poi cancellata in appello. La Curva Nord della Lazio invece i guai se li era andati a cercare in trasferta. Durante Lecce-Lazio i tifosi del club di Lotito si erano ’distinti’ per cori razzisti all’indirizzo di Umtiti e Banda, costringendo l’arbitro a interrompere la gara nella ripresa. Cori che costarono lo stop di un turno alla curva laziale. D’altra parte, gli ispettori della procura federale presenti a bordo campo a Bergamo hanno sentito tutto e riportato minuziosamente sulla relazione poi consegnata alla procura federale. Nel frattempo, la bufera travolge anche Gian Piero Gasperini, che improvvidamente al termine della gara con la Juve, aveva ’derubricato’ il dare dello “zingaro“ a Vlahovic a episodio di “maleducazione verso un singolo” e non di razzismo. Gasp non è nuovo ad uscite del genere perché evidentemente è così che la pensa e già nel 2018, definì “un problema di educazione” i “buu” razzisti dello stadio di San Siro contro Koulibaly: “Gli ululati, secondo me, non c’entrano nulla col razzismo. Il razzismo è un’altra cosa”, disse. Ripetuti i tackle su Gasp, dal ministro dello Sport Abodi: “Mi auguro che Gasperini rifletta sulle sue affermazioni”, al sindaco di Bergamo Gori: “Non sono insulti comuni ma razzismo: Bergamo merita altro”, fino al presidente degli allenatori, Renzo Ulivieri: “Sono dichiarazioni a caldo, sono convinto che a mente fredda Gasperini ci avrebbe pensato meglio”.  

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