L’Inter di Champions bada al sodo: dieci punti e porta inviolata
Nella vittoria sull'Arsenal c'è tanta trincea, pochissimi tiri, l'arroccarsi collettivo a difesa del fortino, sia prima che dopo il gol di Calhanoglu su rigore. E ora è già tempo di pensare alla sfida col Napoli
Tutto quello che l'Inter non è in campionato diventa preminente in Champions League. Una squadra che bada al sodo. Spettacolare? No di certo. Nella vittoria sull'Arsenal c'è tanta trincea, pochissimi tiri, l'arroccarsi collettivo a difesa del fortino, sia prima che dopo il gol di Calhanoglu su rigore.
Servirebbe mescolare prendendo quanto di buono c'è nelle due versioni, nazionale ed europea. L'idea del possesso continuo, figlia del lavoro di Inzaghi, alla base dell'ultimo trionfo scudettato e anche delle due precedenti annate, è rimasta intatta senza però chiudere gli spifferi difensivi che anche il volenteroso Venezia è riuscito ad evidenziare. Per contro, in Champions, nemmeno il potente Arsenal, in crisi di risultati ma pur sempre una corazzata da vertici in Premier League, ha spezzato la serie di gare a reti inviolate.
Manchester City, Stella Rossa, Young Boys, ora i gunners. Nessuno, in quattro partite, ha costretto Sommer alla resa. Punto d'orgoglio ulteriore per Inzaghi, la retroguardia al Meazza presentava De Vrij, sulla carta il vice-Acerbi, e Bisseck, che solo quest'anno ha cominciato a giocare sul centrosinistra dopo un'intera stagione sul lato opposto.
Il più giovane della compagnia, quel ragazzo tedesco preso dal campionato danese e portato al palco della Champions, è stato di gran lunga il più bravo di tutti. Ha respinto ogni assalto, a testa alta si è posto come un muro invalicabile per Sakha, in prima istanza, nonché per tutti gli altri di biancorosso vestiti.
Così Inzaghi è riuscito nell'impresa a cui aspirava: vincere contro l'Arsenal e far riposare il più possibile molti titolari, tra cui Dimarco, Barella, Mkhitaryan e Thuram entrati solo nel secondo tempo. Acerbi, che avrebbe dovuto rodare il motore in vista del Napoli, è invece rimasto a bordo campo a scaldarsi senza mettere piede nel rettangolo di gioco. Per lui e gli altri pilastri che Inzaghi chiamerà all'ordine, già domenica ci sarà uno scoglio fondamentale. Stavolta in campionato. Sempre alla ricerca del giusto mix.
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