Da Entella un messaggio chiaro per Pesaro. E’ una Vis sempre all’altezza delle "grandi"
Duttilità nell’occupare i ruoli, atteggiamento sempre offensivo, capacità di andare in rete con tutti: quante note liete nel pareggio
Posta Entella-Vis alla visione dell’ignaro viandante (cit. Leo Turrini), costui avrebbe fatto fatica a dire chi delle due fosse l’aspirante capolista. Stellone l’aveva annunciato alla vigilia: "Se giochiamo da par nostro, sarà dura anche per loro". Così è stato. Pareggio giusto, ampio, occasioni alternate sui due fronti, volontà di vincerla fino all’ultimo. Opposta a una delle migliori difese del campionato, la Vis ha concluso 9 volte, nella media stagionale: un gol, una traversa, due reti annullate, almeno altre 4 situazioni potenzialmente decisive. Profetica l’altra frase del mister: "Impensabile mettersi dietro, i punti si fanno attaccando".
La Vis ha giocato l’ultimo quarto di gara con tre punte più Orellana: il tecnico dei Diavoli neri Gallo, ex compagno di Stellone ai tempi del Toro, deve aver trasecolato quando ha visto buttare nella mischia Cannavò, Molina e Okoro, anziché difendere l’1-1. In questo sta la diversità e la modernità della Vis attuale. Dal ritorno in C, non si era visto un impianto così spinto. Gioco tipicamente posizionale, nel senso che chiunque nel dato momento può occupare un ruolo, in una rotazione continua. Lo spettro delle 11 reti vissine, segnate con 9 uomini diversi (4 difensori, 3 centrocampisti, 2 attaccanti) ne è la fotografia. Ecco allora che non pesa più di tanto l’astinenza delle punte. Nella ripresa Stellone ha tolto Di Paola, autore di tutte le conclusioni vissine del primo tempo (4), compresa quella che ha portato al gol di Coppola. Ebbene, tutti i subentrati hanno partecipato pienamente alla fase offensiva. In questo contesto, anche la sequela di pareggi (4) non sembra stridere: c’è parecchio di casuale in questo, ci sono diversi episodi negativi, l’importante è continuare su questa strada. Perché se la Vis fin qui ha affrontato tutte le migliori escluso il Pescara (al Benelli tra 12 giorni) uscendone quasi sempre a testa alta, significa che possiede qualità importanti. Cosa manca per crescere ancora? La fase creativa negli ultimi 16 metri, dove pure non difettano i piedi buoni. Il tasso di occupazione dell’area avversaria e le situazioni create non trovano rispondenza nel numero di gol segnati. Quanto a quello di Coppola, singolare la testimonianza del difensore vissino nel dopogara.
A fronte di tanti giocatori che fanno carte false per intestarsi gol non loro, eccone uno che ‘ripudia’ il suo, dopo che tutti glielo hanno attribuito: "Conoscendo le capacità di Di Paola sui piazzati – ha detto raccontando l’episodio – ho continuato la corsa fino a riuscire a spingere sulla palla e sul piede dell’avversario. Emozione? Nessuna, perché non posso considerarlo un mio gol, la palla è entrata a causa del loro difensore (in realtà era l’attaccante Castelli, ndr)". Le riprese tv non chiariscono del tutto. Quel che conta è che il gol sia buono, a differenza dei due annullati. Per il resto, Coppola sottolinea la "grande prestazione di squadra, che ha mostrato carattere, grinta e lo spirito giusto", al termine di una "partita combattuta che entrambe potevano vincere". E venerdì al Benelli arriva il Carpi di Zagnoni (ore 20,30). Turn over scontato, visti i ritmi e visto che il martedì successivo su va a Gubbio.
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