È un’Italia sbiadita, Spalletti resta al palo

Solo il legno colpito da Cristante in una partita senza grandi emozioni contro una Turchia quadrata, il ct prova a cambiare ma non basta

5 giugno 2024
È un’Italia sbiadita, Spalletti resta al palo

È un’Italia sbiadita, Spalletti resta al palo

di Gianmarco Marchini

BOLOGNA

La prima mano di colore non è pulitissima. E’ un azzurro un po’ sporco, quello di Bologna, nel primo dei due test che fanno da preludio agli Europei (si replica domenica a Empoli con la Bosnia). Luciano Spalletti s’aspettava forse di più, o forse lo sperava. E invece di lavoro pare essercene tanto e di tempo poco: all’esordio di Dortmund con l’Albania mancano appena dieci giorni. Meglio che l’Italia si desti in fretta.

Certo, dall’altra parte non c’era esattamente uno sparring partner. Anzi: la Turchia di Vincenzo Montella è squadra vera, tosta e spigolosa, guidata da capitan Calhanoglu, sommerso di fischi come lo juventino Yildiz. Le due squadre si affrontano a specchio: è battaglia di 4-2-3-1, con gli esterni azzurri, però, che pungono poco. Chiesa a sinistra si fa notare solo per un tiraccio al volo che va in orbita, l’idolo di casa Orsolini lascia il segno, sì, ma sulla caviglia di Yildiz: cartellino giallo e ringraziare.

Nel primo tempo si vedono molte più cose turche: loro pressano alti, fanno molta densità, anche se di sostanza sotto porta poi ne fanno poca. Yilmaz spaventa Vicario di testa sugli sviluppi di un angolo, Mancini lo spaventa di piede con un retropassaggio sciagurato. Il romanista in coppia con Bastoni nel complesso funziona, ma sono i meccanismi azzurri in generale che sembrano necessitare di olio.

Nell’attesa della qualità, l’Italia si aggrappa alla quantità di Cristante che ispira e sfiora il gol: il suo colpo di testa, su corner di Pellegrini, si stampa sul palo. Montella, intanto, perde Kabak per un infortunio al ginocchio che pare serio: dentro Demiral. Cala il sipario sul primo tempo.

Nella ripresa, Spalletti ribalta le corsie: fuori Chiesa e Orsolini (non proprio la miglior prova per chi si gioca un posto nei 26), dentro Zaccagni e Cambiaso. L’Italia ha un’altra cera, viaggia a giri più alti. Al 18’ Retegui in rovesciata fa sussultare i ventimila del Dall’Ara. Demiral, sul fronte opposto, esalta i riflessi di Vicario.

Spalletti tenta una scossa, complice anche una Turchia che, nel frattempo, si è data una calmata: entrano Fagioli, prima, Raspadori e Frattesi poi. Nel campo lasciato più libero, gli azzurri ci provano, con qualche spunto che però non si traduce mai in qualcosa di serio. A parte al 35’ quando un bel cross di Bastoni non trova la degna risposta di Cambiaso che colpisce goffamente di petto. Nel finale spazio anche l’altro gioiello rossoblù, Calafiori, che provoca il boato di Bologna. L’altro boato, ma di rabbia, lo produce Raspadori. L’attaccante del Napoli si trova tra i piedi un’occasionissima, ma il suo diagonale è facile presa per Bayindir. E’ la fotografia di un’Italia che deve aggiustare il tiro. E in fretta.

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