Ficini, il cuore a Empoli e un passato in viola: "L’entusiasmo potrà fare la differenza"

L’ex centrocampista inquadra la sfida di domenica: "Mi aspetto una gara combattuta. E quella super rimonta con Spalletti..."

di SIMONE CIONI -
27 settembre 2024
Ficini, il cuore a Empoli e un passato in viola: "L’entusiasmo potrà fare la differenza"

Fabrizio Ficini, 50 anni, ha totalizzato 274 presenze con l’Empoli e nel 1999 ha giocato anche alla Fiorentina dove ha messo insieme 14 ’gettoni’

Al derby tra Empoli e Fiorentina mancano poco più di 48 ore e ad aiutarci a presentarlo è l’empolese doc Fabrizio Ficini, 274 presenze in azzurro ma anche 14 con la Fiorentina da gennaio 1999 fino alla fine di quella stagione (non giocò però il derby con la maglia viola addosso).

Ficini, che partita si aspetta?

"Il derby è sempre una partita combattuta, l’Empoli ci arriva sulle ali dell’entusiasmo ma anche la Fiorentina è in ripresa dopo la rocambolesca vittoria con la Lazio. Spero di vedere una bella partita".

Si immaginava una partenza così dell’Empoli?

"In parte sì perché, escluso l’anno scorso, l’Empoli ci ha quasi sempre abituato a buone partenze. Di sicuro però non così bene. Soprattutto chiunque gioca o entra, la squadra non perde organizzazione e intensità e di questo va dato merito a D’Aversa".

Dalla Fiorentina, al contrario, ci si aspettava di più?

"A Firenze sicuramente sì, ma ancora è presto per i giudizi. Palladino chiede cose diverse da Italiano e deve aver tempo di lavorare. Poi tra avere e non avere uno come Gudmundsson ce ne corre: salta l’uomo, vuole la palla, si prende le responsabilità".

Il derby che l’ha più emozionata?

"Quello che vincemmo 2-1 in rimonta con Spalletti perché quella era una grande Fiorentina e noi eravamo un piccolo Empoli. Tutti ci davano per spacciati, ma grazie alla carica di Luciano facemmo una partita eccezionale".

Come arrivò invece il suo passaggio alla Viola?

"Quando andai alla Sampdoria ebbi un importante strappo al polpaccio in estate e quando rientrai poi fu esonerato anche Spalletti e non venendo più utilizzato molto al mercato di gennaio chiesi di andare a giocare con più continuità. Si presentò l’occasione della Fiorentina e accettai. A Firenze è stata da un lato un’esperienza positiva perché con Trapattoni giocavo, ma dall’altro negativa perché dopo la grande partenza che aveva fatto sognare lo scudetto ai tifosi, perdemmo Batistuta per infortunio ed Edmundo per il carnevale... è come se oggi togliessimo in un colpo solo Mbappè e Vinicius al Real Madrid".

C’è un giocatore dell’Empoli in cui si riconosce?

"È difficile dirlo, il calcio è cambiato tanto. Ai nostri tempi pur rimanendo più tecnico di oggi, non dimentichiamoci che a quei tempi i campioni venivano in Italia per diventare grandi giocatori non come oggi quando semmai vengono a svernare a fine carriera, era un calcio più maschio. Centrocampisti come Gattuso o De Rossi oggi non si vedono più. Tante regole sono cambiate e con il Var sono più tutelati trequartisti e attaccanti".

Ciò che da 30 anni a questa parte non cambia è la capacità di fare calcio ad alto livello dell’Empoli...

"Quello che fa la differenza è avere un presidente locale che capisce di calcio, non come tante proprietà straniere di ora che si contornano di personaggi che alla fine di calcio capiscono il giusto".

Come ha vissuto la clamorosa salvezza dello scorso anno? "Ero molto fiducioso da quando si è seduto in panchina Nicola perché il suo curriculum parlava chiaro".

E di D’Aversa cosa pensa?

"Ci ho giocato contro ed era un bravo centrocampista, ma ora sta dimostrando di essere anche un bravo tecnico. A parte il brutto gesto dello scorso anno, ma con l’adrenalina della partita può succedere".

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