Il porto è lontano, ma la rotta è quella giusta. Il cambio di passo dell’Empoli è tangibile

Con Nicola in panchina gli azzurri viaggiano a 2 punti di media a partita con un gol fatto ogni 51 minuti e appena 2 reti subite in 4 gare

11 febbraio 2024
Il porto è lontano, ma la rotta è quella giusta. Il cambio di passo dell’Empoli è tangibile

Il porto è lontano, ma la rotta è quella giusta. Il cambio di passo dell’Empoli è tangibile

di Simone Cioni

"La strada da fare è ancora lunga, a me interessa solo l’obiettivo finale". Non si può non essere d’accordo con l’affermazione rilasciata da Davide Nicola nel post partita, anche perché l’errore più grande che potrebbe fare ora l’Empoli è proprio quello di ritenersi ’guarito’. Servirà invece mantenere l’umiltà, l’unione di intenti e la mentalità mostrate nelle ultime quattro partite. Ad un mese dall’arrivo in panchina del tecnico piemontese è anche giusto però dare merito al cambio di rotta intrapreso da capitan Luperto e compagni. Un inversione di tendenza da leggere prima di tutto attraverso i numeri: sotto la guida di Nicola sono arrivati 8 punti in 4 partite, esattamente 2 a gara (solo l’Inter di Inzaghi, la Juve di Allegri, il Milan di Pioli e la Roma di De Rossi viaggiano ad una media superiore). Ma i dati ancora più interessanti sono quelli riferiti ai gol fatti e subiti, praticamente ribaltati: da un gol segnato ogni 163 minuti nelle prime 20 partite (11 centri) si è passati ad una rete ogni 51 minuti (7 nelle ultime 4), esattamente l’opposto di quanto successo con i palloni raccolti nella propria porta, da uno ogni 51 minuti sotto la gestione di Zanetti e Andreazzoli a quello ogni 180 minuti (praticamente un gol ogni due partite) dopo l’arrivo di Nicola. Ma se i numeri spesso non sono esaustivi per analizzare una squadra, o quanto meno bisogna saperli contestualizzare, è sotto gli occhi di tutti il miglioramento fatto dalla squadra nella lettura e nella gestione delle partite. Come già dimostrato a Torino con la Juve, anche venerdì sera a Salerno Cambiaghi e compagni non si sono disuniti alle prime difficoltà, come spesso accadeva in passato. Ma sono rimasti in partita, con umiltà e senza voler strafare, andando a crearsi e a prendersi quegli spazi che poi gli hanno permesso di vincere un’importante sfida salvezza come quella contro la Salernitana. A proposito, essere precipitato a meno 8 dagli azzurri è costato il posto a Inzaghi (si fa il nome di Ballardini per sostituirlo) e non è il primo allenatore che viene esonerato dopo una sconfitta contro l’Empoli. Era infatti già successo a Rudy Garcia a Napoli quando Kovalenko firmò l’impresa al Maradona.

Un altro aspetto da sottolineare è l’impatto sulla partita di chi è entrato dalla panchina. Fazzini, appena 10 minuti in 3 gare con Nicola, stavolta ne ha giocati una ventina ma con il piglio di chi ha voglia di incidere anche nel poco tempo che gli viene concesso, procurandosi il rigore con uno spunto personale di alta qualità. Niang, all’esordio assoluto con la maglia dell’Empoli, non ha tremato di fronte alla bolgia dell’Arechi nel trasformare il suddetto penalty, prima di mandare in porta Cancellieri. Già, proprio l’ex Lazio è un altro che si è alzato dalla panchina con la testa giusta. Avrebbe anche voluto calciare il rigore, ma alla fine gli è stato detto di lasciare la realizzazione a Niang. E in tal senso è stato bello il fatto che proprio Cancellieri sia stato uno dei primi ad andare ad abbracciare il compagno dopo il gol. Insomma, oltre alla continuità dei risultati l’Empoli sta trovando anche una maggior concretezza nelle prestazioni. Quella praticità che finora era mancata. Resta comunque ancora tanto da fare, soprattutto dal punto di vista del riempimento dell’area avversaria e di una miglior gestione delle ripartenze (almeno in due occasioni a Salerno poteva arrivare prima il 2-0). Dal punto di vista difensivo, invece, la squadra continua a concedere veramente poco.

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