Campionissimi in sospeso. City, almeno un altro anno per il verdetto sui conti. E Pep scadrà subito dopo

L’indagine della Premier ipotizza la violazione del fair play finanziario: nel mirino sponsorizzazioni e pagamenti dubbi a partire dal 2009-2010. Intanto in Francia il Psg tira dritto nonostante il rosso record di 369 milioni.

di PAOLO GRILLI -
20 gennaio 2024

C’è da aspettare il prossimo autunno. Poi, altri mesi per attendere la fine del processo davanti alla Commissione Indipendente: almeno la primavera 2025, quando il prossimo campionato sarà ormai concluso. Appelli permettendo. Tempi biblici in un mondo che cambia alla velocità della luce, e difficilmente accettabili per un calcio che sforna risultati e sentenze molto più in fretta.

Parliamo della vicenda che vede coinvolto il Manchester City, accusato dalla Premier League di aver violato il fair play finanziario a partire dalla stagione 2009-2010, con ben 115 presunte violazioni di regole.

Non passa inosservato che il City è a tutti gli effetti la dominatrice su scala mondiale del pallone. Quella che nella passata stagione ha completato un triplete storico, con la ciliegina della Champions, quella che in panchina ha la leggenda vivente Pep Guardiola e in attacco il marziano Erling Haaland. Quella fantasiosa e fantastica corazzata che fuori dagli undici titolari deve tenere spesso Julian Alvarez, campione del mondo da protagonista con l’Argentina. E il club con il fatturato da quasi 700 milioni di euro, il più alto del pianeta.

Al limite dell’incredibile, il fatto che ancora nulla si sia mosso un anno dopo la formalizzazione delle accuse. E ormai a cinque anni dall’avvio degli accertamenti sull’entità delle operazioni finanziarie dei Citizens, di proprietà dell’Abu Dhabi United Group dello sceicco Mansour.

L’indagine della Premier League ipotizza diverse violazioni finanziarie con importi ingigantiti in relazione alle sponsorizzazioni, e pagamenti in nero.

Ogni scenario è aperto. Ma il fatto che l’Everton, per una sola violazione, sia stato penalizzato di recente di dieci punti autorizza a pensare che in caso di colpevolezza accertata, sia possibile anche la retrocessione per il dream team. Il club, però, ha sempre negato ogni irregolarità. E si fa forte del fatto che la Uefa, dopo contestazioni simili a quelle della Premier, era infine riuscita a infliggere una sanzione di ’appena’ dieci milioni e tutto si era chiuso. Resta il nodo Guardiola: Pep scade l’estate prossima, il rinnovo sarà automatico in questo contesto?

Nella storia, la penalizzazione più pesante affibbiata nel calcio inglese a livelli di punti è stata di trenta, al Luton Town, nel 2008/09 per trasferimenti irregolari di giocatori.

Intanto, in Francia, il Psg delle stelle prosegue sui propri binari di spese faraoniche e debiti proporzionali senza che nulla venga eccepito né dagli organi del calcio internazionali, né nazionali.

Nel giugno del 2022, il presidente della Liga Spagnola Javier Tebas ha denunciato il Paris, emblema della squadra-stato, intravedendo nel suo operato sul piano finanziario una violazione delle regole che il calcio europeo si è dato per garantire una giusta concorrenza. Ma è stata come lettera morta, perché gli accertamenti della Uefa non hanno portato riscontri in merito a regole aggirate, e il club del Qatar Investment Authority del presidente Nasser Al-Khelaifi. In particolare, erano stati messi nel mirino dalla Spagna i contratti di Kylian Mbappé, Leo Messi, Gigio Donnarumma e Sergio Ramos.

Tutto normale e regolare, stando alle verifiche. La polizia francese ha avviato approfondimenti sul passaggio di Neymar dal Barcellona al Psg nel 2017, ipotizzando favori fiscali. Ma è un’indagine alle fase preliminari.

Il Paris ha inanellato una serie di record negli ultimi anni. Il monte ingaggi del 2021-2022 è stato di 629 milioni di euro, il 37% di tutti i giocatori della Ligue 1 (ma Al-Khelaifi sostiene siano stati invece 585 e per tutti i dipendenti). Il bilancio 2022 è stato chiuso con un rosso di 369 milioni, i debiti hanno toccato quota 799 milioni.

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