La crisi senza fine del City: Guardiola ko anche con l’Aston Villa

Nona sconfitta nelle ultime dodici partite per la corazzata che si è scoperta fragile. Sesto posto in Premier e addio al sogno del quinto titolo inglese di fila: un crollo dovuto anche agli infortuni

di Redazione Sport
21 dicembre 2024
Pep Guardiola, 53 anni

Pep Guardiola, 53 anni

Manchester, 21 dicembre – Dire che è un momento nero rischia di essere un eufemismo, parlando di questo Manchester City. Perché anche oggi la corazzata fragile di Pep Guardiola è stata sconfitta in Premier, per mano dell’Aston Villa di Emery che si è imposto 2-1 in casa. Il sogno dei campioni di Inghilterra in carica di arrivare al quinto titolo di fila sembra già essere svanito. Si tratta, per i Citizens, della terza battuta d’arresto  dopo i passi falsi in Champions League contro la Juventus e il derby perso all'Etihad stadium contro lo United. Ma per capire quanto sia precipitato il rendimento in campo del club che solo il Real Madrid supera a livello di fatturato bisogna andare un po' a ritroso: da fine ottobre, in un mese e mezzo, il City ha perso otto volte in 11 uscite, e sono sei le sconfitte nelle ultime otto giornate di Premier. Un passo che non è eccessivo definire da retrocessione che ha fatto scivolare Haaland e compagni in sesta posizione, a -9 dalla capolista Liverpool che deve anche recuperare due partite. Guardiola sta provando in ogni modo a risollevare la squadra, ma senza risultati. E certamente i tanti infortuni hanno un peso nella calata a picco del dream team che un anno e mezzo fa ha trionfato in Champions battendo l’Inter in finale: quello di Dias, che starà fuori un mese, è solo l’ultimo di una lunghissima serie. Il più grave, in termini di calo del rendimento, non può poi che essere quello occorso al ‘faro’ Rodri, il Pallone d’Oro. Certo Pep gode di un credito infinito a Manchester, dopo otto anni probabilmente irripetibili costellati di successi. Il suo contratto scade nel 2026, poi il geniale tecnico ha già riferito che vorrebbe allenare una nazionale o riposarsi per almeno una stagione. Ma quel traguardo temporale sembra lontanissimo, anche perché nei prossimi mesi è attesa la sentenza sul caso del fair play finanziario che coinvolge i Citizens, cojn possibili pesanti conseguenze in termini sportivi.

 

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