La presentazione del fuoriclasse davanti a 75mila tifosi, l’attacco dei Blancos abbonda di campioni. Mbappé, tripudio Real: Ancelotti e il nodo delle troppe star

Kylian Mbappé debutta con il Real Madrid al Bernabeu, conquistando i tifosi con il suo discorso e il suo impegno per la maglia. Il francese si unisce a una squadra già forte, pronta a dominare il calcio mondiale.

di LORENZO LONGHI
17 luglio 2024
Mbappé, tripudio Real: Ancelotti e il nodo delle troppe star

Mbappé, tripudio Real: Ancelotti e il nodo delle troppe star

Provate a prenderlo, Kylian Mbappé. Provate a prendere lui e il Real Madrid, dopo avere visto lo spettacolo di ieri, in un Bernabeu gremito, per quello che è stato il primo giorno del francese con la maglia merengue: un enorme palco blu in area di rigore, uno dei migliori giovani calciatori europei degli ultimi anni, le 15 Coppe dei Campioni-Champions League alle spalle di un ragazzo totalmente a proprio agio al cospetto di una folla in delirio. Del resto, Kylian Mbappé è uno che va veloce. Dodici mesi fa aveva annunciato l’intenzione di liberarsi dalla prigione dorata del Paris Saint-Germain a fine contratto perché, da tempo, voleva il Real Madrid, e gli ultimi dodici mesi li ha evidentemente passati a studiare lo spagnolo, se è vero che ieri si è presentato al pubblico parlando perfettamente il nuovo idioma, studiato alle superiori, ma perfezionato per l’occasione.

Poi, eccolo a mostrare il suo numero 9 davanti ai 75 mila tifosi del Bernabeu: "Per molti anni sono andato a dormire sognando di diventare un giocatore del Real Madrid, e oggi il mio sogno si realizza", ha detto all’inizio del suo monologo, interrotto da cori e applausi dei suoi nuovi tifosi. Il Real era nel suo destino, e in effetti più volte il matrimonio non si era concretizzato: "Sono successe tante cose, devo ringraziare tutte le persone che hanno lavorato affinché io potessi arrivare qui: alla fine abbiamo vinto, io sono un giocatore del Real e questo è un giorno incredibile per me. Voglio essere all’altezza di questo club, il migliore del mondo, e darò la vita per questa maglia". Mbappé si è fatto già amare da grandi e piccoli ("Vedo tanti bambini qui, e ho un consiglio per voi: con i sogni e la passione potete realizzare tutto ciò che volete. Oggi qui ci sono io, un giorno potreste esserci voi"), lanciando anche il finale "hala Madrid" da consumato capopopolo. È stata la sua giornata, al punto che, accanto a lui, Florentino Perez, Zinedine Zidane e José "Pirri" Martinez apparivano poco più che valletti, per quanto trasudanti madridismo.

Ora la palla passa a Carlo Ancelotti. Per mille motivi, anche economici, Mbappé difficilmente resterà fuori, ma il francese arriva in un attacco che conta anche Bellingham, Vinicius, Rodrygo, Valverde, Arda Güler ed Endrick, per un reparto offensivo che non ha rivali al mondo (senza contare l’addio di Kroos a centrocampo). Certo: avercene, di questi problemi, quando per gran parte delle squadre europee avere anche uno solo di questi sarebbe un lusso. Ma a Madrid la medicina è vincere, e spesso basta per curare qualsiasi eventuale mal di pancia.

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