Mancini, sogno finito nel deserto. Addio amaro e dorato all’Arabia

Risoluzione del ricchissimo contratto per il ct: la missione da mille e una notte si è rivelata un incubo

di PAOLO GRILLI -
25 ottobre 2024
Mancini, sogno finito nel deserto. Addio amaro e dorato all’Arabia

Roberto Mancini, 59. anni, era ct dell’Arabia dall’agosto dell’anno scorso

Anche l’Eldorado può essere amaro, abbagliare coi suoi brillii per poi somigliare maledettamente a quell’Italia che si è lasciati alle spalle, dove l’esonero è una specialità nazionale.

Roberto Mancini non è più il ct dell’Arabia Saudita. La decisione era nell’aria da giorni, oltre le dune non c’era più da tempo un orizzonte di fiducia calcistica per il Mancio. Ieri l’attesa ufficialità, con l’accordo – ovviamente dorato – per la rescissione del contratto che sarebbe scaduto nel 2027, firmato sulla base di 25 milioni netti a stagione.

Ma non per questo la notizia fa meno rumore, perché ne generò tantissimo la mail certificata con cui, l’anno scorso a Ferragosto, il nostro Euro eroe smise i panni di selezionatore azzurro non avvertendo più il giusto clima di stima per portare avanti il progetto con la Figc. Dopo il trionfo dei miracoli all’Europeo del 2021, la mancata qualificazione ai Mondiali del Qatar aveva choccato a tal punto da insinuare dubbi sulla possibilità che potesse ripetersi in alcun modo la magia.

Nella penisola del petrolio, l’allenatore marchigiano era arrivato con tutti i crismi del condottiero illuminato e vincente. Quello che a Riad cercavano, puntando alla qualificazione al Mondiale del 2026 e soprattutto cercando un posto sempre più al sole per una selezione che nel 2034, salvo clamorose svolte, sarà quella di casa nella rassegna iridata.

Ma il rapporto con la federazione e soprattutto con la tifoseria – esigente oltre le aspettative – si è presto incrinato. E pure l’aplomb di Mancini è saltato, come testimonia il battibecco con uno spettatore di pochi giorni fa, rimbalzato sui social: l’indice della fine imminente, dei piani saltati. Il recente, mediocre bottino nelle gare di qualificazioni ai Mondiali – il pari col Bahrain non è stato digerito dai sauditi, che ora sognano Zidane – aveva del resto accelerato la conclusione del breve idillio, cui non aveva certo contribuito anche l’eliminazione in Coppa d’Asia agli ottavi contro la Sud Corea a inizio 2024.

Sette vittorie, cinque pareggi e sei sconfitte nelle gare ufficiali alla guida dei ’Falchi verdi’ per il Mancio. Non è stato ritenuto abbastanza. Onori e oneri, tutto il mondo è paese. Anche in Arabia, l’allenatore di Jesi si era lamentato di quanto poco giochino gli atleti di casa nel campionato invaso dalle star straniere, da Ronaldo in giù. Come in Italia.

Già vorticano le voci sulla prossima panchina di destinazione. Magari quella dello United in perenne crisi. Gli esoneri, come gli esami, non finiscono mai.

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