La corrida di Tognozzi: dalla Juventus Next Gen all’avventura al Granada

Il 36enne talent scout toscano che piace a Spalletti è diventato direttore sportivo: "Ci ho messo poco a decidere, mi piace la Liga perché dà spazio ai giovani"

di ENRICO SALVADORI -
1 novembre 2023
Matteo Tognozzi, a destra, con il direttore generale del Granada Alfredo Garcia Amado

Matteo Tognozzi, a destra, con il direttore generale del Granada Alfredo Garcia Amado

Nell’Italia dei "cervelli" calcistici in fuga c’è un altro capitolo tutto da raccontare. Da lontano ammiriamo il lavoro di Francesco Farioli che da tecnico emergente ha portato il Nizza in vetta nella Ligue 1. In Canada un altro toscano, Vanni Sartini, ha pilotato il Vancouver al secondo successo di fila nella Coppa nazionale. Per non parlare di altri tecnici già affermati come Marco Rossi (Nazionale dell’Ungheria), Roberto De Zerbi (Brighton), Domenico Tedesco ct del Belgio. Ora l’avventura all’estero l’ha intrapresa Matteo Tognozzi che da capo scouting è stato il creatore del progetto Juventus Next Gen, un’operazione che tutti invidiano.

Alla Juve Matteo Tognozzi c’era dal 2017, dall’anno dopo ad oggi nella seconda squadra bianconera sono stati forgiati 29 giocatori e li ha visionati e scelti lui. Da due giorni è il nuovo direttore sportivo del Granada, società della Liga che cerca di evitare la retrocessione (attualmente è penultima). A Torino hanno perso un talent scout di assoluto valore. Basta fare cinque nomi di giovani che Tognozzi ha portato in bianconero: da Soulè, rivelazione del campionato, a Barrenechea, poi Iling Junior per arrivare a Huijsen e Yildiz. Cinque talenti veri, l’ossatura della Juventus del domani.

Per mettere la firma su operazioni di prospettiva così riuscite ci vuole stoffa e Matteo Tognozzi, che ha solo 36 anni, l’ha sfoderata sin da adolescente partendo da Pontedera. Sulle orme e alla scuola di papà Stefano, ds di tante società dilettantistiche toscane e amico fraterno di Luciano Spalletti che fece ingaggiare Matteo per affidargli lo scouting quando era allenatore dello Zenit San Pietroburgo. Poi Tognozzi ha lavorato in Germania per Amburgo e Bayer Leverkusen prima di arrivare alla Continassa, dove ha vestito subito i panni di uomo-chiave dello sviluppo del progetto giovani.

Sei anni di lavoro oscuro e proficuo, con una particolare attenzione a ogni dettaglio: non solo studiare le qualità dei ragazzi ma conoscere bene la famiglia, comprendere cosa può fare la differenza per convincere il ragazzo a scegliere il suo progetto. Matteo rimarrà sempre grato al mondo bianconero, come ha sottolineato nella sua prima conferenza stampa a Granada parlando con uno spagnolo perfetto.

"Innanzitutto voglio ringraziare la Juventus che mi ha permesso di realizzare questo sogno, ma che soprattutto mi ha insegnato tantissimo, a Torino le mie qualità sono state apprezzate e valorizzate. Ho lavorato molto coi giovani e ho apprezzato tantissimo il sistema del calcio spagnolo che dà tanto spazio alle seconde squadre, e infatti in Italia noi della Juventus siamo stati i primi a percorrere questa strada. Conosco bene il calcio internazionale non solo per la mia curiosità, ma soprattutto grazie al lavoro di scouting che la Juventus mi ha permesso di fare".

In Andalusia sarà direttore sportivo, un trampolino di lancio per tornare in queste vesti in Italia. Nel suo primo incontro con la stampa gli è stato chiesto perché ha accettato Granada e se aveva altre possibilità. "Ho scelto Granada perché è una società molto solida e che mi piace. Avevo altre offerte, ma questa scelta è stata ragionata e non mi pento di averla fatta anche se avrei potuto accasarmi in qualche società italiana. La mia è stata una decisione rapida, da quando mi hanno chiamato i contatti sono stati intensi, ma sono durati poco perché ci siamo capiti e venuti incontro subito".

Intanto Tognozzi incassa la benedizione del dg andaluso Alfredo Amado: "Matteo è un giovane preparato che ha le caratteristiche ideali per aiutarci a crescere. E poi viene dalla Juventus che è uno dei colossi europei del calcio. È la persona giusta e ha dimostrato il suo carattere mettendosi subito a lavorare". Una star ce l’ha già in casa e non dovrà scovarla. Il centrocampista Bryan Zaragoza è un talento che vogliono tutti.

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