Paris Saint Germain: la rivoluzione targata Luis Enrique
Per raggiungere il successo continentale il nuovo allenatore spagnolo cambia faccia ai parigini
Osaka, 28 luglio 2023 - Allenatore nuovo, vita nuova. Il Paris Saint Germain cambia approccio per arrivare al successo continentale. Niente più spese folli, niente più collezione di stelle e figurine, ma una squadra costruita sui giocatori, più che sulle loro statistiche e il loro palmares. Il clamoroso fiasco europeo con il tridente composto da Leo Messi, Mbappé e Neymar ha fatto rivalutare a Nasser Al Kelaifi il proprio metodo per costruire una formazione vincente anche in Champions League. Un cambio di rotta simile a quello realizzato dal Manchester City qualche anno fa, quando ingaggiarono Pep Guardiola come allenatore dei Citizens. Sotto la Tour Eiffel proveranno lo stesso metodo, affidando la panchina ad un altro allenatore spagnolo di indiscusso pedigree, un altro ex blaugrana: Luis Enrique.
L'obiettivo è vincere il prima possibile, per questo difficilmente si concederà all'ex tecnico della Nazionale spagnola, lo stesso tempo concesso dal Manchester a Guardiola (7 anni per trovare il successo continentale). Per questo se in Inghilterra il cambio di marcia calcistica non è stato immediato, la stessa cautela non sembra potersela permettere Luis Enrique. Il tecnico iberico insiste sul mercato, chiedendo ulteriori rinforzi per completare quanto prima la propria rosa, con molti esuberi sulla lista dei partenti.
La rivoluzione del tecnico nato a Gijon è partita da una gestione molto più oculata proprio degli acquisti. Abolite per ora le spese folli, che possono creare anche malumori in spogliatoio, spese importanti solo in caso di cessioni altrettanto pesanti dal punto di vista economico. I primi acquisti di questa stagione raccontano infatti di una squadra più attenta che non cerca più i nomi altisonanti, ma di costruire, finalmente, un progetto a lungo termine. Addio così ai Leo Messi e ai Sergio Ramos, benvenuti ai Lucas Hernandez, Milan Skriniar e Manuel Ugarte, nomi meno altisonanti delle precedenti controparti, certamente, ma con ogni probabilità molto più utili alla causa parigina, rispetto ai protagonisti precedentemente citati.
In questo senso, la cessione di Kylian Mbappé potrebbe essere il definitivo cambio di pagina su quello che possiamo definire il primo capitolo della storia della proprietà qatariota. Nessuna stella sarà più importante dello scudetto cucito sulle maglie, il blasone dei singoli campioni non metterà più in ombra quello della squadra. Troppo spesso infatti le incomprensioni tra le varie stelle hanno finito per mettere il bastone tra le ruote alla squadra transalpina. Proprio in questo senso si può leggere il mercato estivo del Paris Saint-Germain. Gli acquisti fin qui completati sono infatti stati sì onerosi: 60 milioni per Manuel Ugarte, 45 per Lucas Hernandez, 28,5 per Hugo Ekitiké e 22 per Kang-in Lee, ma a parte forse il francese ex Bayern Monaco, si tratta di profili ancora a caccia del definitivo salto di qualità. Ragazzi giovani, tutti under 23 (Hernandez escluso) pronti a mettersi al servizio della squadra, dell'allenatore e dei compagni, per cercare la consacrazione al livello più alto del calcio globale.
È ovvio che in caso di cessione di Mbappé il suo ruolo dovrà essere ricoperto da un altro top player (Osimhen? Kane? Vlahovic?), ma il senso della rivoluzione dei due Luis: Enrique (allenatore) e Campos (direttore sportivo); è quello di non inserire troppi galli all'interno dello stesso pollaio, come ingenuamente Al Kelaifi ha fatto con Messi, Mbappé e Neymar, salvo poi pentirsene subito, dopo due stagioni decisamente al di sotto delle aspettative, almeno in Champions League.
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