Germania lanciata, sono già ottavi di nobiltà
Musiala e Gundogan piegano un’Ungheria troppo fragile. Nagelsmann sa unire al meglio l’esperienza con l’energia dei nuovi talenti
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GERMANIA (4-2-3-1): Neuer 6.5; Kimmich 6, Rudiger 6.5, Tah 6.5, Mittelstadt 6.5; Andrich 6 (27’st Can 6), Kroos 6.5; Musiala 7 (27’st Fuhrich 6), Gundogan 7 (39’st Undav sv), Wirtz 6 (13’st Sane’ 6); Havertz 5.5 (12’st Fullkrug 5.5). Allenatore: Nagelsmann 6.5.
UNGHERIA (3-4-2-1): Gulacsi 6.5; Fiola 5, Orban 6, Dardai 5.5; Bolla 6 (30’st Adam 5.5), Schafer 5.5, Nagy A. 6 (19’st Kleinheisler 6), Kerkez 6.5 (30’st Nagy Z. 6); Szoboszlai 6, Sallai 6 (42’st Csoboth sv); Varga 5 (42’st Gazdag sv). Allenatore: Rossi 5.
Arbitro: Makkelie (Ned) 6.
Reti: 22’pt Musiala; 22’st Gundogan.
Note: ammoniti Varga, Rudiger, Mittelstadt, Csoboth, Rossi.
Tutta la solidità che ci si aspettava, condita da una innegabile classe. La Germania apparentemente senza pecche si prende già il pass per gli ottavi di un Europeo in casa che non può, soprattutto ora, non comprenderla tra le favorite. Facile, con un Musiala così – suo il primo gol ieri contro l’Ungheria – ma anche con un Gundogan – trentatre anni, dodici più del primo, e autore del bis nella ripresa – capace di segnare e di ispirare.
È una Germania completa. La difesa é ben protetta da Rudiger e Tah mentre tra i migliori é anche l’altro veterano Neuer che dà ragione al tecnico che lo ha preferito all’affidabile Ter Stegen. La Germania, con la vittoria, sfata così una lunga tradizione negativa con i magiari: in gara ufficiali l’ultimo successo é stata la famosa e chiacchierata finale mondiale del 1954 contro la straordinaria Ungheria di Puskac, Hidegkuti e Kocsis, che nelle prima fase l’aveva travolta 8-3. Altri tempi, ma questa squadra, rigenerata da Marco Rossi, va meglio rispetto all’esordio choc con la Svizzera, ma non abbastanza da rovesciare il pronostico. La squadra magiara, ancora a zero punti, è troppo sbilanciata: fragile in difesa, con Orban ancora in fase negativa, propositiva e pericolosa in avanti col gioiello del Liverpool Szoboszlai, ben coadiuvato da Varga e Sallai. Ma i due mastini di Nagelsmann, Rudiger e Tah, fanno buona guardia.
Solo in avvio Neuer deve salvare su Sallai. Poi i giocolieri d’attacco tedeschi cominciano a disegnare calcio. E molto del gioco è ispirato dai movimenti e dai tocchi di Havertz, raffinatissimo falso nueve. Il match non è stato mai davvero in discussione e alla fine Nagelsmann non vuole rischiare i suoi gioielli, concedendo spazio alla sua rosa profonda: entrano Fullkrug, Sanè ed Emre Can, ma il pallino é sempre nei piedi di Kroos e Gundogan. Kimmich e Sanè sfiorano il tris. L’Ungheria é quasi fuori, ma una vittoria con la Scozia potrebbe ancora far sperare Marco Rossi.
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