La Next Gen si è già conquistata la ribalta . I dolori dell’Italia, CR7 da sogno infranto

Musiala e i baby fenomeni di Spagna e Inghilterra hanno incantato: il futuro non è solo di Mbappé. Azzurri, è tutto da rifare

di LORENZO LONGHI -
15 luglio 2024
La Next Gen si è già conquistata la ribalta . I dolori dell’Italia, CR7 da sogno infranto

La Next Gen si è già conquistata la ribalta . I dolori dell’Italia, CR7 da sogno infranto

Bello e sostenibile l’Europeo itinerante, per carità, ma Euro 2024 che è andato in archivio ieri sera ha dimostrato, una volta per tutte, che il fascino di certe manifestazioni è nella concentrazione, per un mese, in un unico Paese, nell’aggregazione dei tifosi, nella relativa vicinanza del tutto. Il ritorno all’antico, dopo l’Europeo di tre anni fa, ha funzionato: a prescindere dalla finale di ieri, si è trattato di una manifestazione suggestiva in tutta la Germania che, dal canto suo, a livello di sicurezza e capacità ricettiva (e contenimento dei costi) ha mostrato di avere ancora una marcia in più. Non tutto è stato perfetto, ma sono dettagli.

Sul campo, comunque, è stato l’Europeo del lancio della next generation: Lamine Yamal, Jamal Musiala, Nico Williams, Kobbie Mainoo, Jude Bellingham ma anche Riccardo Calafiori, sono alcuni dei nomi da copertina, promossi sul campo per confermare che il futuro non è solo Kylian Mbappé (che poi ha 25 anni), e pensare a ciò che potranno fare tra quattro anni è una prospettiva esaltante. Ottima la scelta della tolleranza quasi zero contro le proteste: la scelta di far parlare con gli arbitri solo i capitani, e senza isterie, ci ha consegnato una drastica diminuzione di sceneggiate e capannelli di sciocchi contestatori. Finalmente.

Dietro la lavagna, tra i bocciati, ci sono inevitabilmente l’Italia e Luciano Spalletti, comandante in capo di una spedizione decisamente mediocre della quale già molto si è discusso, e anche questo fa parte, del resto, dei destini forti, certo in negativo. Meglio rispetto agli azzurri è andata al Portogallo, uscito sì ai rigori ai quarti, ma con un Cristiano Ronaldo che, all’inseguimento di record continui, ha di fatto appesantito la squadra e un ct, Roberto Martinez, ha deciso di pagare l’obolo alla grandezza del suo campione più leggendario, anche in frangenti – quasi tutte le punizioni, ogni singolo minuto delle gare che contavano (lo ha sostituito solo nella ripresa contro la Georgia, l’ultima del girone, ininfluente per i lusitani) – nei quali forse una gestione meno adorante sarebbe stata forse più efficace.

Germania e Paesi Bassi (ma i tedeschi di più) hanno qualcosa da recriminare in tema arbitri e Var, ma non è stato, quello arbitrale, un problema dell’Europeo, anche se si può sempre migliorare, specie nelle regole di ingaggio proprio col Var.

Infine, pur all’interno di un’organizzazione ottima, i tedeschi hanno qualcosa da contestare: le ferrovie.

Proprio così, essendo state al centro delle critiche da parte dei tabloid britannici e di alcuni approfondimenti giornalistici in patria per ritardi e sovraffollamento. "Non siamo stati del tutto all’altezza, il nostro servizio per l’Europeo non è andato bene", ha detto pochi giorni fa alla tv Ard Anja Broker, portavoce di Deutsche Bahn. Chi è stato in Germania nel periodo dell’Europeo ha effettivamente potuto notare treni spesso pieni e ritardi frequenti, ma molto raramente oltre i quindici o venti minuti. Ebbene: ciò che da noi è la normalità, in Germania è una vera e propria onta.

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