La storia: una qualificazione storica per l’ex Atalanta. Gioia Ilicic, a 36 anni la rivincita col destino

Josip agli ottavi con la Slovenia superando il periodo più buio: "Non mi aspettavo questa occasione"

di GIULIO MOLA -
27 giugno 2024
Gioia Ilicic, a 36 anni la rivincita col destino

Gioia Ilicic, a 36 anni la rivincita col destino

dall’inviato

C’è una favola nella favola da raccontare in questo Europeo che non lesina sorprese e dove nulla è scontato. La qualificazione agli ottavi della Slovenia, ad esempio, è un fatto storico per una nazione che fino a ieri nel pianeta calcio era la Cenerentola del Vecchio Continente. Ed invece quattordici anni dopo laultima partecipazione ad un grande evento internazionale (Mondiali in Sudafrica del 2010) la Slovenia che negli ultimi anni è diventata la terra dei grandi ciclisti (da Pogacar a Roglic) o delle stelle del basket (Doncic) si prende la sua bella rivincita anche con un pallone fra i piedi proprio nel giorno in cui si celebrava il 33° anniversario dell’indipendenza dopo lo scioglimento dell’ex Jugoslavia. Tre pareggi e via al prossimo turno (inseguendo la prima vittoria in un Europeo), un’impresa visto che mai la squadra aveva superato lo sbarramento del girone.

A far festa negli spogliatoi con i calciatori anche il connazionale più illustre, ovvero Aleksander Ceferin, presidente dell’Uefa. Dodicimila tifosi pazzi di gioia a Colonia, ancor di più a Lubiana, ma in centinaia hanno accolto la squadra al ritorno nel quartier generale di Wuppertal, un’ora di pullman dallo stadio in cui i giocatori di Matjaz Kek hanno fermato l’Inghilterra. La città è giovane è piena di attrazioni, fra cui l’originalissima ferrovia sospesa, ma dal ritiro sloveno si alza un coro: "Non siamo in Germania per fare i turisti, e lo stiamo dimostrando".

E qui comincia un’altra favola, perché nella Slovenia di Oblak e di Sesko, il nome finito ieri in copertina è quello di Josip Ilicic, che a 36 anni ha debuttato nel suo Europeo, applaudito da tutto lo stadio. Dopo la convocazione arrivata ai primi di giugno, adesso la rivincita col destino dell’ex di Fiorentina e Atalanta è completata. Certo, quando Kek lo ha mandato in campo ad un quarto d’ora dalla fine non si è visto un calciatore agile e scattante come quattro anni fa, ai tempi della doppia di sfida di Champions col Valencia, ma pur in sovrappeso il giocatore ha dato un contributo importante e d’esperienza (gara numero 82 in nazionale) per proteggere il prezioso pareggio. Del resto in Germania Ilicic non è arrivato per grazia ricevuta, ma dopo la stagione del rilancio col Maribor (9 reti e 12 assist), dimostrando di essersi messo alle spalle il periodo buio della depressione. "Mi mancava un sogno così e mi fa piacere che la mia storia sia fonte d’ispirazione per qualcuno – sorride Ilicic –. In realtà la chiamata agli Europei neppure me l’aspettavo, mi immaginavo al mare. Ora è un’emozione difficile da spiegare, per raggiungere questo traguardo ho dato tutto me stesso e la gente lo ha capito. Entrando in campo Declan Rice mi ha fatto i complimenti e mi ha detto che mi rispetta molto, questo mi fa piacere. La mia storia la conosce tutto il mondo".

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