Scamacca-Djimsiti, il duello è allo specchio
I due corazzieri dell’Atalanta domani si sfidano in Italia-Albania: con Gasperini sono entrambi arrivati al top dopo tanta gavetta

Scamacca-Djimsiti, il duello è allo specchio
Un avversario peggiore, Gianluca Scamacca, per il suo debutto a Euro 2024 non poteva trovarlo. La prima sfida in programma domani sera a Dortmund metterà l’atteso bomber azzurro di fronte al compagno di club Berat Djimsiti, ministro della Difesa dell’Atalanta campione europea e leader difensivo dell’emergente Albania. Il peggior avversario possibile perché nessuno conosce Scamacca come Djimsiti, abituato ogni giorno a marcarlo negli allenamenti atalantini ad alta intensità, dove ogni partitella viene giocata alla morte, come fosse una finale. "Dovrò tirargli qualche scarpata", ha scherzato, ma non troppo, Djimsiti. Bandiera dell’Albania, patria che il 31enne difensore atalantino ha vissuto da lontano: nato e cresciuto in Svizzera da famiglia di immigrati, la trafila nello Zurigo, la maglia rosso crociata vestita nelle nazionali giovanili, prima di scegliere a vent’anni la cittadinanza albanese e passare ad un altro rosso, quello dell’aquila a due teste.
Giocatore di cui si parla poco, Djimsiti, specializzato in marcature ad alto rischio: ogni domenica Gasp gli affida il controllo dei vari Osimhen, Lukaku, Vlahovic, Thuram, Abraham, Milik ecc. Fisico da corazziere, tocca a lui marcare i centravanti grandi e grossi, in duelli da scintille, da sportellate. Pane per i denti di Scamacca. I due peraltro si erano già affrontati quando l’azzurro, più giovane, meno esperto, vestiva le maglie di Genoa e Sassuolo. L’attuale Scamacca sarà un brutto cliente per ‘Jimmy’: il 25enne bomber romano a marzo ha segnato 12 gol, ne ha fatti 19 in stagione, addirittura 6 in Europa League. "Dopo l’esclusione dalla Nazionale a marzo sono andato dallo psicologo...", dice.
Sarà una sfida da tra due giocatori che hanno fatto la vera gavetta. Sette anni fa Djimsiti era in B all’Avellino, poi in A nel Benevento ultimo in classifica. Anche la strada di Scamacca per arrivare all’azzurro è stata tortuosa, come la sua carriera. Una sorta di ‘long and winding road’, parafrasando i Beatles, per un talento inquieto rimbalzato da giovanissimo dal vivaio della Lazio a quello della Roma, per poi tentare a 16 anni l’avventura da professionista in Olanda con il Psv Eindhoven, emigrante di lusso ma senza fortuna, costretto a ripartire dalla provincia: Ascoli e Cremona in B, poi la A con il Genoa e il Sassuolo, prima di un nuovo volo illusorio all’estero con il West Ham, pochi gol e tanti problemi al ginocchio.
Un anno fa Scamacca sembrava un talento inespresso, oggi grazie all’Atalanta è il cannoniere, plasmato dal maestro Gasperini, che dovrà trascinare la nazionale. Peccato che dall’altra parte ci sia un mastino difensivo come Djimsiti, anche lui forgiato da Gasp…
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