Spalletti sorride, ora gli manca solo il bomber
Il ct dell’Italia apre le porte ai tifosi, saluta i giornalisti e abbraccia un mini-tifoso che fa invasione. Ma il problema dell’attacco rimane
La quiete dopo la tempesta (di emozioni e tensioni). I sorrisi dopo i toni alti. La voglia di guardare avanti dopo aver sbollito la rabbia e il carico di adrenalina del postpartita con la Croazia. Sarà anche merito del presidente della Figc Gabriele Gravina, che da buon padre di famiglia ha richiamato tutti all’ordine ricordando lo “stile Italia”, o forse solo il giorno di riposo che è servito per riflettere, ma è sicuramente un altro Luciano Spalletti quello che si è presentato alla ripresa degli allenamenti dopo la pirotecnica notte di Lipsia.
La prima bella notizia è che dopo aver visto l’accoglienza calorosa riservata alla squadra dai circa 400 tifosi presenti all’esterno dell’Hemberg Stadion, il ct ha deciso di aprire l’intera seduta ai supporter azzurri quasi increduli di potersi accomodare sugli spalti ad incitare i propri beniamini (in realtà i titolari schierati contro la Croazia hanno svolto lavoro differenziato in palestra). Un gesto apprezzatissimo, come quello ancor più distensivo dopo le polemiche e i veleni dell’ultima conferenza stampa, ovvero il saluto ai giornalisti presenti in tribuna. Ancor più bello quanto accaduto al termine della partitella: un bambino è entrato in campo per abbracciare gli azzurri, Spalletti ha intercettato il “mini-invasore”, tifoso di Chiesa, lo ha preso in braccio e portato negli spogliatoi per fargli salutare la squadra.
Insomma, clima migliore non poteva esserci per preparare la sfida con la Svizzera, altra gara da dentro o fuori con trappole sparse. Al di là del valore dell’avversario, già capace di fermare i padroni di casa della Germania dopo averci eliminato nelle ultime qualificazioni per i Mondiali, l’allenatore è alle prese con i soliti dubbi pre-partita. Non c’è solo l’assenza di Calafiori con un sostituto da scegliere; i dubbi maggiori riguardano il reparto avanzato. Chi giocherà? E che tipo di attacco sarà? Il ct, si sa, è alla ricerca della perfezione che finora non si è vista, di un’identità che ancora non è ben definita, di una qualità e di una cattiveria agonistica che non convincono. Nelle ultime due partite soprattutto ha cambiato e ricambiato ma ora è tempo di prendere decisioni definitive. I tre gol realizzati sono arrivati da un difensore (Bastoni), da un centrocampista (Barella) e da un esterno (Zaccagni). Le tre punte centrali hanno combinato poco: certamente meglio l’ultimo Retegui di Scamacca, può migliorare anche Raspadori, però qualcuno lì davanti la palla in porta dovrà pur metterla.
La sensazione è che questa Italia comunque non possa fare a meno di Chiesa (entrato benissimo contro la Croazia) perché il nostro miglior talento non deve essere sacrificato per gli equilibri, sa di avere Zaccagni come jolly capace di spaccare il match, ma deve trovare una prima punta veramente affidabile. Ieri almeno in partitella Scamacca (schierato al fianco dello juventino) si è sbloccato realizzando una doppietta. E se è vero che Retegui ha più senso del gol e di squadra, le potenzialità migliori ce le ha Scamacca. Tocca a Spalletti tirargliele fuori, trasmettendogli fiducia. Resta per ora in sala d’attesa Stephan El Shaarawy: "Nascendo esterno, io mi trovo meglio nel 4-3-3. ma più del modulo, bisogna parlare di come approcciamo la gara, possiamo migliorare molto nei duelli. Anche giocando poco so di poter essere decisivo come è capitato a Zaccagni. Il pareggio con la Croazia ci ha dato consapevolezza sul fatto che questa squadra non muore mai. È forte e di qualità, può arrivare fino in fondo".
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