Tour all’italiana, scatto nella grande bellezza

Oggi la passerella a Firenze, sabato la prima di tre tappe: solo otto azzurri in gara, ma lo show è pronto con la nostra organizzazione

di ANGELO COSTA -
27 giugno 2024
Tour all’italiana, scatto nella grande bellezza

Tour all’italiana, scatto nella grande bellezza

Otto italiani al via del Tour. Consoliamoci: un anno fa, ce n’era uno in meno. Pochi, ma buoni, direbbe il proverbio: non per entrare nell’albo d’oro, purtroppo. L’ultima impresa è già da anniversario: dieci anni fa la vittoria di Vincenzo Nibali. Al siculo si deve anche l’ultimo successo di giornata, nel 2019: da allora sono passate 85 tappe senza un vincitore italiano. Interrompere questo digiuno sarebbe già qualcosa per il nostro ciclismo malmesso: a Bettiol, fresco di tricolore, e a Ciccone il compito, se poi ci riesce uno fra Moscon, Sobrero, Formolo, Ballerini, Gazzoli e Mozzato, benvenga.

Otto italiani al Tour, che per la prima volta parte dall’Italia: il via di sabato a Firenze è già una data da consegnare alla storia. Come storica è un’altra prima volta, la conclusione lontano da Parigi, il 21 luglio a Nizza: mai successo. In realtà, di italiani al Tour ce ne sono molti di più. Intanto negli staff delle 22 squadre partecipanti: non avremo un team d’élite, ma a livello di direttori sportivi, meccanici e fisioterapisti facciamo ancora scuola. Poi ci sono gli italiani assorbiti dalla macchina organizzativa per le tre tappe e mezzo che si corrono nel nostro Paese: chi pensava che i francesi sarebbero calati per dettar legge in casa nostra può tranquillamente ricredersi.

Italiana è la regìa della presentazione delle squadre, una vera e propria cerimonia di apertura della Grand Depart, di fatto il primo atto pubblico del Tour: oggi dalle 18,30 alle 20 i corridori dei 22 team sfileranno in bici per le vie del centro di Firenze, da piazza della Signoria a piazzale Michelangelo, dove saliranno sul palco e verranno annunciati uno alla volta. A curare questa passerella che permetterà al pubblico di vedere da vicino gli interpreti della corsa più importante al mondo è lo staff di Rcs, la società che organizza il Giro. Così come dal Giro arrivano il direttore di corsa Stefano Allocchio, stesso ruolo da 25 anni sulle strade rosa, i suoi assistenti Marco Velo e Paolo Longo Borghini e l’ispettore di percorso Marco Della Vedova, tutti ex professionisti del pedale nonché affermati operatori in gara.

Poi ci sono, ovviamente, gli innumerevoli italiani che in questi tre anni hanno lavorato dietro le quinte per trasformare in realtà quello che assomigliava a un sogno: far partire da qui il Tour. A cominciare da Davide Cassani, che rifiuta il ruolo di regista dell’operazione "perché sono stato solo un gregario in un team di persone e realtà territoriali dove ciascuno ha cercato di dare il meglio". Regista o gregario, sarà comunque quello che avrà più tempo di tutti per raccontare la sua soddisfazione, perché il Tour, in Italia e non solo, lo commenterà tutti i giorni in diretta Rai.

Benvenuto Tour, allora: per come coinvolge gli italiani, per come farà divertire gli italiani. E anche per quel che insegnerà agli italiani, perché la corsa è di primo livello, ma anche l’organizzazione è al top: qui nulla viene lasciato al caso, l’improvvisazione spetta solo ai corridori. Di questo show in movimento, che sposta ogni giorno cinquemila persone, che incassa cifre pazzesche (150 milioni il fatturato dell’organizzatore Aso), che conta a milioni gli ascolti televisivi e le presenze di pubblico sulle strade, e che moltiplica gli investimenti (l’Italia calcola un ritorno di 100 milioni a fronte dei 6 spesi per tre tappe e mezzo), la gara è ovviamente il momento più atteso, ma anche il contorno è ricchissimo: per dirne una, prima del passaggio degli atleti sfilerà la carovana pubblicitaria, che pur in versione ridotta (60 mezzi contro i 150 previsti in Francia) intratterrà il pubblico in attesa distribuendo i gadget degli sponsor. Perché il Tour è uno spettacolo che va oltre il ciclismo.

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