Un futuro da inventare. Casadei, Ndour, Fabbian. I giovani sono pronti

dall’inviato Altro che “Effetto Berlino“, i racconti emozionali di Gigi Buffon, i sogni di gloria dello spogliatoio azzurro e il...

di GIULIO MOLA
1 luglio 2024
Casadei, Ndour, Fabbian. I giovani sono pronti

Casadei, Ndour, Fabbian. I giovani sono pronti

dall’inviato

Altro che “Effetto Berlino“, i racconti emozionali di Gigi Buffon, i sogni di gloria dello spogliatoio azzurro e il ciarpame di buone intenzioni che hanno lastricato la tortuosa strada verso l’inferno degli ormai ex campioni d’Europa. Tutti a casa, senza vergogna, senza orgoglio, umiliati e schiacciati dal peso di una figuraccia ignobile. Raccogliere i cocci e ripresentarsi a Coverciano all’inizio di settembre per i primi impegni della Nations League non sarà facile. Perché anche le poche certezze (ben lontano dal concetto d’identità, una realtà ancora astratta) si sono sgretolate nel torrido pomeriggio dell’Olympiastadion.

Spalletti già fa sapere che cambierà e ringiovanirà ulteriormente il gruppo (ma in realtà l’età media è già bassa e non c’è bisogno di un vero e proprio ricambio generazionale). Insomma rivedrà il suo quaderno degli appunti dove ha annotato le decine di nomi di calciatori convocati in nove mesi su un centinaio di “potenziali“ selezionabili. Paletti fermi ce ne sono davvero pochi, i punti di (ri)partenza su cui poter contare si contano sulle dita di una mano: il capitano Gigio Donnarumma, l’unico vero fuoriclasse della squadra. E con lui Calafiori (piacevole rivelazione), e il blocco interista Bastoni-Dimarco-Barella.

Probabile che il ct si tenga stretto il “fedelissimo“ Di Lorenzo (Europeo disastroso come tutta l’annata) ma pure l’ultimo arrivato Fagioli, e decida di dare nuove chance a Frattesi, Chiesa e soprattutto a Scamacca, almeno per capirne la reale dimensione. I granata Bellanova e Buongiorno verranno tenuti sotto osservazione, mentre per altri come Darmian, Jorginho, Cristante, Folorunsho, El Shaarawy e Raspadori quella di Berlino potrebbe essere stata l’ultima tappa in azzurro (almeno finché resterà l’uomo di Certaldo). Poi la mezza rivoluzione, con il solito listone di scontenti e musi lunghi perché non convocati (da Politano a Locatelli, da Immobile a Bonaventura e Orsolini, tutti lasciati a casa) o perché poco e male utilizzati (in Germania ce ne sono stati in abbondanza, dai talenti rimasti a guardare ai “senatori“ scaricati). Se è vero che qualche idea potrà suggerirla il campionato, sarà però compito anche del ct decidere che strada prendere sul modulo: a 4 per continuare con l’idea di calcio portata avanti nella sua carriera oppure “piegarsi” al modulo a tre, prediletto dalla gran parte dei reduci dalla Germania. Nel frattempo, però, fra calciatori già nel giro della nazionale e potenziali talenti, si può cominciare a lavorare. Sarà ad esempio fondamentale il recupero dell’infortunato Scalvini, il ritorno a centrocampo di Tonali una volta scontata la squalifica e quello in attacco di Zaniolo. E poi potrebbero essere rivalutati giocatori “accantonati“, da Locatelli alla coppia del Monza Colpani-Pessina. E i giovani? Diversi sono già nel mirino del ct, dal 19enne centrocampista Cher Ndour (cresciuto nell’Atalanta, ora al Braga ma di proprietà del Psg) a Giovanni Fabbian del Bologna (foto a destra). E poi il 21enne Cesare Casadei del Chelsea (a sinistra) senza dimenticare Francesco Camarda che però di anni ne ha solo 16. Su di lui bisognerà lavorare in prospettiva, nell’attesa di trovare un vero bomber.

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