Intervista a Commisso: “Stadio, pronto a mettere soldi se… Il mercato? Se c’è l’occasione farò uno sforzo”

Il presidente della Fiorentina: “Fondi ok, ma sul Franchi pretendo il controllo. Vorrei regalare a Firenze qualcosa di indelebile”

di GIAMPAOLO MARCHINI
19 novembre 2024
Rocco Commisso sorridente al telefono. Il presidente ci ha risposto quando in New Jersey erano le 9 del mattino

Rocco Commisso sorridente al telefono. Il presidente ci ha risposto quando in New Jersey erano le 9 del mattino

Firenze, 19 novembre 2024 – Il cellulare suona quando nel New Jersey sono le nove di mattina. Rocco Commisso risponde subito. Voce squillante e gioviale, accanto a lui la moglie Catherine. La voglia di parlare della sua Fiorentina, del mondo viola, di quello che funziona e anche di quello che non va è tanta. Impossibile dargli torto. Da tanto voleva vedere quella classifica così scintillante che fa sognare i tifosi. E sogna anche Rocco che è il primo sostenitore della Fiorentina, insieme a sua moglie.“Qui va tutto bene – dice il presidente viola – e mi pare che anche a Firenze sia un bel momento”.

Quanto le manca lo stare vicino alla Fiorentina quando non può essere fisicamente qui. E soprattutto, quanto si sente fiorentino?

“Sono molto legato a Firenze e ai fiorentini, ormai è cinque anni che sono qua e mi sento uno di voi. I tifosi mi hanno sempre fatto sentire la loro vicinanza. Mi manca moltissimo, quando sono a New York tutto quello che riguarda la Fiorentina. Ma ho una attività anche in America, la mia famiglia ed è giusto che stia pure qui. Sono, però, informato su tutto e seguo tutto”.

Quali sono le difficoltà, appunto di seguire tutto?

“Difficile. Ma la Fiorentina è una società diversa dalle altre. Io mi fido dei miei collaboratori. I loro valori sono i miei e sono convinto che porteranno sempre avanti le mie idee”.

Idee che hanno portato ad oggi la Fiorentina ad un punto dalla vetta. E’ il momento più bello da quando è presidente?

“Lo dico sempre: l’obiettivo è quello di fare meglio dell’anno passato. Sono molto contento della classifica ed è uno dei momenti più belli. Ma dobbiamo continuare su questa strada senza accontentarci. Al momento non abbiamo fatto nulla”.

Certo, ma quanta soddisfazione c’è e quali sono le speranze per il prosieguo?

“Con i nostri tifosi sempre così vicini e così fantastici nonostante ci sia uno stadio dimezzato dal cantiere, vogliamo provare a fare qualcosa di speciale, tutti insieme e un passo alla volta, certi di metterci sempre il massimo dell’impegno”.

Impegno che tradotto vuol dire sacrificio economico, magari anche a gennaio, quando aprirà il mercato invernale.

“Se l’operazione e buona, sono pronto a intervenire. Se dobbiamo fare uno sforzo lo faremo. Ma andiamo avanti un giorno alla volta. Siamo lì e vogliamo rimanerci e vorrei regalare a Firenze qualcosa che si ricorderanno per sempre”.

Torniamo all’estate. Allenatore nuovo, squadra nuova. Non era facile.

“Dopo Atene abbiamo preso, insieme a Ferrari e Pradè, la decisione che ci sembrava più giusta. Ho ringraziato Italiano per il grande lavoro fatto, poi la scelta di Palladino ci è sembrata la più giusta. Un grande lavoratore che aveva solo bisogno di tempo. E oggi quella scelta mi pare sia stata azzeccata”.

Come le scelte di mercato...

“Siamo stati criticati per le scelte fatte nelle cessioni, ma quei soldi sono stati reinvestiti e anche con quei soldi sono arrivati undici nuovi giocatori. E’ stato fatto un ottimo lavoro, non siamo lì per caso e spero chiaramente che duri. Siamo contenti di tutto questo”.

Possiamo dire che questa è una Fiorentina con forti tinte azzurre.

“Come tutti gli italoamericani ho un forte senso di appartenenza alla Nazionale. Ho sempre avuto il desiderio che ci fossero sempre più italiani nella Fiorentina, magari cresciuti nel Viola Park, come Comuzzo. Una gioia vera per lui che si merita tutto, e per noi. Tra poco ci saranno i Mondiali negli States e spero che ci siano anche giocatori della Fiorentina”.

Già, il Viola Park, impossibile non ricordare Joe Barone quando si parla del centro sportivo.

“E’ sempre stato il mio punto di riferimento. E’ stato anche grazie al suo grande lavoro se il Viola Park rappresenta quello che è oggi e se la Fiorentina è cresciuta anno dopo anno”.

E quanto sono importanti sua moglie Catherine e la famiglia?

“Lei è importantissima, siamo insieme da 50 anni e abbiamo condiviso tutte le scelte. Lei mi ha spinto perché scegliessi Firenze: è fondamentale come i miei figli. E poi, Catherine è stata importante per il Viola Park, ha scelto tante cose e in suo onore abbiamo dedicato a Santa Caterina la cappella all’interno del centro sportivo”.

A proposito di donne. com’è il suo rapporto con la sindaca Funaro?

“E’ ottimo, l’ho incontrata un paio di volte. Sembra che voglia lavorare sodo e senza fare troppi annunci. Una conoscenza piacevole”.

Facile intuire che abbiate parlato di stadio...

“E’ il mio più grande rimpianto. Io avevo dato la mia disponibilità. Ora con la sindaca stiamo cercando di trovare delle soluzioni che permettano a Firenze di avere uno stadio, anche se noin sarà nuovo, potrà essere almeno moderno e funzionale. Sono disposto a valutare eventuali investimenti, ma devo avere la certezza e tutte le informazioni sui lavori che stanno facendo ora e su tutto ciò che manca, ma in ogni caso voglio il controllo totale”.

Stadio che permetterebbe di aumentare gli introiti...

“I tifosi devono vivere la partita al meglio e noi Fiorentina dobbiamo avere la possibilità di provare a essere più competitivi con altri club in termini di ricavi con una struttura adeguata”.

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