Richardson brinda al 2024: l’anno dei sogni: "Le Olimpiadi e poi la maglia viola. Che festa"

Il centrocampista marocchino si presenta. "Il mio idolo? Pogba. E’ un giocatore straordinario, penso di avere un profilo simile a lui"

di ANDREA GIANNATTASIO -
14 agosto 2024
Richardson brinda al 2024: l’anno dei sogni: "Le Olimpiadi e poi la maglia viola. Che festa"

Richardson, figlio dell’ex stella dell’Nba, Sugar, mostra con orgoglio la maglia viola

Un uomo di parola. Amir Richardson, nel vortice emotivo delle Olimpiadi, non aspettava che la Fiorentina e quando altre società - dal Tottenham alla più vicina Roma - hanno preso informazioni su di lui dopo che ormai il centrocampista aveva dato l’ok al trasferimento a Firenze non è più tornato sui suoi passi. Questione di cuore o, se vogliamo, di riconoscenza.

Un valore che, abbinato alle doti tecniche che hanno convinto i viola a puntare su di lui (il classe 2002 nell’ultima Ligue 1 con il Reims è stato il nono centrocampista di tutto il campionato per duelli offensivi vinti nonché il quindicesimo per palloni recuperati), lo ha subito reso simpatico e coinvolgente agli occhi dei tifosi della Fiorentina, che sperano a questo punto di potersi godere già dai prossimi giorni una linea mediana tutta marocchina, con il figlio di "Sugar" (ex gloria del mondo-show dell’ NBA con un passato anche in Italia) e il viola... ritrovato, Amrabat al centro. Può succedere. Assolutamente: "Ma non so quello che sarà il futuro di Sofyan, spetterà solo a lui decidere cosa fare" ci ha tenuto a precisare l’altissimo Amir, 195 cm di altezza e un capello col taglio alla Bellingham: "Quello che posso dire è che ho parlato a lungo con lui e mi ha detto che questo è un club meraviglioso, un posto perfetto se uno vuole raggiungere risultati. La Fiorentina è una grande società e darò tutto il possibile per questa squadra".

I fasti per il bronzo ottenuto a Parigi con l’Under-23 del Marocco sono già il passato. Adesso la priorità di Richardson si chiama Firenze, dove la mezzala - da lunedì in campo coi nuovi compagni e pronto a ricevere la prima convocazione per Parma - conta di ripetere le gesta del suo idolo Pogba: "Paul è un giocatore straordinario e penso di avere un profilo simile a lui, anche a livello fisico. Il mio obiettivo, però, non è solo emularlo ma anche arrivare il più lontano possibile con questo club, specie a livello europeo".

E se, per ciò che riguarda la scelta di fare rotta verso l’Italia, una benedizione più che speciale è arrivata proprio dal padre ("Lui qui ha passato un periodo bello della sua carriera e mi ha raccomandato di venire" ha chiarito), molto più privato è sempre stato il suo rapporto con il calcio. Una disciplina che il giovane Amir ha iniziato a praticare fin da bambino e che in viola lo vedrà come jolly nella linea a due di partenza: "Mi considero un centrocampista moderno, capace di attaccare e difendere. Voglio essere sempre nel cuore del gioco". Palladino non aspettava di sentire altro.

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