Richardson brinda al 2024: l’anno dei sogni: "Le Olimpiadi e poi la maglia viola. Che festa"
Il centrocampista marocchino si presenta. "Il mio idolo? Pogba. E’ un giocatore straordinario, penso di avere un profilo simile a lui"
Un uomo di parola. Amir Richardson, nel vortice emotivo delle Olimpiadi, non aspettava che la Fiorentina e quando altre società - dal Tottenham alla più vicina Roma - hanno preso informazioni su di lui dopo che ormai il centrocampista aveva dato l’ok al trasferimento a Firenze non è più tornato sui suoi passi. Questione di cuore o, se vogliamo, di riconoscenza.
Un valore che, abbinato alle doti tecniche che hanno convinto i viola a puntare su di lui (il classe 2002 nell’ultima Ligue 1 con il Reims è stato il nono centrocampista di tutto il campionato per duelli offensivi vinti nonché il quindicesimo per palloni recuperati), lo ha subito reso simpatico e coinvolgente agli occhi dei tifosi della Fiorentina, che sperano a questo punto di potersi godere già dai prossimi giorni una linea mediana tutta marocchina, con il figlio di "Sugar" (ex gloria del mondo-show dell’ NBA con un passato anche in Italia) e il viola... ritrovato, Amrabat al centro. Può succedere. Assolutamente: "Ma non so quello che sarà il futuro di Sofyan, spetterà solo a lui decidere cosa fare" ci ha tenuto a precisare l’altissimo Amir, 195 cm di altezza e un capello col taglio alla Bellingham: "Quello che posso dire è che ho parlato a lungo con lui e mi ha detto che questo è un club meraviglioso, un posto perfetto se uno vuole raggiungere risultati. La Fiorentina è una grande società e darò tutto il possibile per questa squadra".
I fasti per il bronzo ottenuto a Parigi con l’Under-23 del Marocco sono già il passato. Adesso la priorità di Richardson si chiama Firenze, dove la mezzala - da lunedì in campo coi nuovi compagni e pronto a ricevere la prima convocazione per Parma - conta di ripetere le gesta del suo idolo Pogba: "Paul è un giocatore straordinario e penso di avere un profilo simile a lui, anche a livello fisico. Il mio obiettivo, però, non è solo emularlo ma anche arrivare il più lontano possibile con questo club, specie a livello europeo".
E se, per ciò che riguarda la scelta di fare rotta verso l’Italia, una benedizione più che speciale è arrivata proprio dal padre ("Lui qui ha passato un periodo bello della sua carriera e mi ha raccomandato di venire" ha chiarito), molto più privato è sempre stato il suo rapporto con il calcio. Una disciplina che il giovane Amir ha iniziato a praticare fin da bambino e che in viola lo vedrà come jolly nella linea a due di partenza: "Mi considero un centrocampista moderno, capace di attaccare e difendere. Voglio essere sempre nel cuore del gioco". Palladino non aspettava di sentire altro.
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