Vincenzo Italiano, dall’Arzignano alla finale di Conference League

Il tecnico in 5 anni è passato dalla Serie D a una finale europea con la Fiorentina

di ALESSANDRO LATINI -
23 maggio 2023
Vincenzo Italiano

Vincenzo Italiano

Firenze, 23 maggio 2023 - Cinque anni fa, più o meno in questi giorni, Vincenzo Italiano rincorreva un sogno. Portare in Serie C il piccolo Arzignano, squadra dell'omonima cittadina di circa 25.000 abitanti in provincia di Vicenza. Lì in diversi si sono accorti di lui. Aveva a disposizione la squadra più giovane dell'intera Serie D, eppure in campionato viaggiava che era una bellezza. All'epoca non c'erano Inter o West Ham sulla sua strada. Non c'era la Coppa Italia. Non c'era la Conference League. L'avversario più agguerrito dei suoi ragazzi era il Campodarsego. Per lui in quel momento valeva la Juventus. Con lui in panchina già in quegli anni il vice Niccolini, una parentesi da difensore della neonata Fiorentina dei Della Valle agli inizi del nuovo millennio ed un papà, Maurizio, che di mestiere scova i talenti proprio per la Fiorentina.

Dicevamo di Italiano. Dopo quel campionato di Serie D, sempre ai vertici, lo cercarono in tanti. Alla fine la spuntò il Trapani. Un po' per l'ambizione del progetto, un po' perché conosceva la piazza per esserci stato da giocatore, Vincenzo raccolse la sfida. Firmò il 28 luglio 2018, primo contratto da allenatore professionista. Manco a dirlo, fu un successo. Squadra sempre ai vertici della classifica, idee di calcio nuove ed interessanti. Nasce l'amore per il 4-3-3, con il quale riesce a coprire meglio il campo. Zeman un misto tra idolo e fonte di ispirazione. Facile intuire come giochi il suo Trapani. Bagarre con la Juve Stabia per tutto l'anno, che poi salirà in B da prima in classifica. Poco male, Italiano va ai Play Off e li vince. La carriera è decollata davvero, adesso di lui si sono accorti un po' tutti nel mondo del calcio.

Arriva lo Spezia che gli propone un biennale. E' in Liguria che conia il suo proverbiale motto “Nessun limite, solo orizzonti”. Il campionato cadetto porta gli Aquilotti al terzo posto. Play Off vinti, tanto per cambiare, e storica promozione in Serie A. Nel frattempo ottiene l'abilitazione Uefa Pro con una tesi dal titolo “Passaggio calciatore-allenatore. Cosa ricordare e cosa mettere nel cassetto”. Il primo anno di Serie A è un altro mattoncino verso la consacrazione definitiva. Ai nostri di partenza il suo Spezia è accreditato da tutti per retrocedere a fine stagione. Zero fiducia, nessuna speranza. Tutti sbagliavano. Italiano firma l'impresa. 39 punti a referto e salvezza raggiunta con un turno di anticipo. Il resto è storia nota. La storia di un allenatore che in due anni ha ribaltato la Fiorentina riportandola in Europa. L'ha convinta di essere una buona squadra. Per fare un ulteriore salto di qualità servirà ancora qualcosa, ma domani Italiano si giocherà il primo trofeo della sua carriera. Il 7 giugno a Praga il secondo. Non poco, ripensando a quel campo di Arzignano, dove cinque anni fa duellava a denti stretti con il Campodarsego.  

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