Colpo del Verona, Genoa ko 2-0: decidono Tchatchoua e Tengstedt

Nel giro di 10' gli scaligeri confezionano la presa del Ferraris. Tanta però la sofferenza in particolare nel primo tempo, con i rossoblù che masticano amaro soprattutto per la traversa di Vasquez

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
1 settembre 2024
La festa dei giocatori del Verona

La festa dei giocatori del Verona

Genova, 1 settembre 2024 - Genoa e Verona, entrambe alle prese con un ottimo inizio di campionato, erano reduci da emozioni opposte: nello scorso turno i rossoblù si erano imposti di misura a Monza, mentre gli scaligeri erano caduti in casa contro la Juventus. Al Ferraris i ruoli si ribaltano e a far festa è l'Hellas grazie a 10' di fuoco nell'arco della ripresa: apre le danze al 55' Tchatchoua, il migliore in campo, e le chiude al 65' dal dischetto Tengstedt. Nel corso del primo tempo però gli ospiti avevano sofferto molto, graziati solo dalla scarsa mira dei padroni di casa e dalla traversa quando ad attaccare è Vasquez. Il predominio territoriale e la mole di occasioni create premia nettamente la banda Gilardino, ma a spuntarla sono i ragazzi terribili di Zanetti, più affamati e determinati nell'area di rigore avversaria.

Le formazioni ufficiali

Gilardino sceglie un 3-5-2 aperto da Gollini, protetto da De Winter, Vogliacco e Vasquez, con Sabelli e Martin sulle bande e Frendrup, Badelj e Messias in mezzo al campo: le due punte sono Pinamonti e Vitinha. Zanetti replica con un 4-2-3-1 che tra i pali vede Montipò, con Tchatchoua, Coppola, Dawidowicz e Frese in una difesa schermata da Duda e Belahyane: l'unico attaccante è Tengstedt, assistito da Harroui, Suslov e Lazovic.

Primo tempo

Il Genoa parte forte alla ricerca con palle lunghe di Pinamonti, anticipato prima da Frese e poi dall'uscita di Montipò. Il Verona risponde al 6' con una botta di Lazovic che si schianta sul viso di Vogliacco prima di finire in un corner che non darà frutti. I rossoblù mantengono un predominio del gioco che intorno al quarto d'ora di gioco sfocia in una serie di chance nel giro di pochi secondi: prima ci prova Messias, contrato da Duda e poi, sulla ribattuta, si fionda Vitinha, che con una botta al volo sfiora il palo alla destra di Montipò, spettatore passivo del lungo batti e ribatti in area. L'Hellas replica con il solito grande ex Lazovic, che crossa al centro per Tengstedt, che sfiora l'impatto di testa. Al 18' dall'altro lato servono invece i guantoni di Montipò per bloccare la conclusione a giro tentata da Messias. Il Genoa continua a farsi preferire e al 29' sfiora la rete con Vasquez, che apre l'azione rubando un'ottima palla a centrocampo prima di lanciarsi in proiezione offensiva e ricevere il cross di Sabelli: la traversa salva l'Hellas che, passato lo spavento, replica al 33' con Harroui, che riceve da Suslov e impegna Gollini, molto attento nell'occasione. I rossoblù insistono attaccando sulle bande, con in particolare Sabelli che mette dentro parecchi cross: il massimo del fatturato è una serie di corner che non genera pericoli dalle parti di Montipò. Al 42' Messias fa tutto bene, compresa la penetrazione in area, ma temporeggia troppo prestando il fianco al ritorno di Belahyane, che gli sradica il pallone dai piedi. I minuti di recupero assegnati da Ayroldi sono 3, ma di fatto non succede più nulla se non che Harroui si aggiunge all'elenco dei cattivi, dove già figuravano i suoi compagni di squadra Suslov e Dawidowicz e il rivale Frendrup: il numero 18 ospite, a causa di un brutto fallo su Vogliacco, che protesta platealmente dopo il mancato intervento del VAR, ha di fatto rischiato una sanzione più severa.

Secondo tempo

Le squadre rientrano con gli stessi effettivi, tra cui c'è De Winter, ammonito per una trattenuta su Tengstedt, meno impalpabile rispetto al primo tempo. E' invece la solita spina nel fianco Messias, che al 52' con un sombrero salta netto Coppola a centrocampo e si costruisce quasi dal nulla un'azione spettacolare, chiusa da un lob di poco fuori. Ci prova poi Vitinha, che tira ma trova la deviazione di Tchatchoua che ammortizza la conclusione per Montipò. Il Verona soffre ma prima sfiora la rete con Lazovic, che stoppa una sfera arrivatagli sui piedi dopo una punizione per poi scoccare un tiro impreciso e poi, al 55', passa in vantaggio con Tchatchoua, che aggancia alla perfezione un cross morbido proprio di Lazovic allonanato in maniera imperfetta da Gollini e lo scaraventa nel sacco nonostante il tentativo di recupero disperato sulla linea di Vasquez. Gilardino non ci sta e mette subito mano alla panchina: dentro Ekuban, Thorsby e Malinovskyi e fuori Vitinha, Sabelli e Badelj, mentre Zanetti getta nella mischia Daniliuc e Kastanos per Harroui e Suslov. A pagare maggiormente sono le mosse del tecnico ospite, che al 64' si vede assegnare un rigore per un tocco di mano di Thorsby su cross di Dawidowicz dagli sviluppi di una punizione: sul dischetto va Tengstedt, che non sbaglia nonostante Gollini sfiori la sfera. Il Genoa cade ancora ma, ancora una volta, prova subito a rialzare la testa con il solito Messias, che al 68' lascia partire un mancino che sibila alla destra di Montipò. Zanetti cambia ancora: fuori Tengstedt, fresco di ammonizione, e dentro Mosquera, sulla carta più adatto alle ripartenze. Al 78' Tchatchoua prova a ricambiare il favore a Lazovic, il cui colpo di testa finisce invece sul fondo. Poco dopo gli ospiti tramano ancora in contropiede, ma l'epilogo, una botta dal limite di Belahyane, è dimenticare. Gilardino prova a smuovere le acque inserendo Ekhator per Frendrup e Accornero per Messias, ma i suoi sembrano crederci sempre meno con il passare impietoso dei minuti: Zanetti alza invece invece il muro schierando Magnani in luogo di Duda e Bradaric per Lazovic. I minuti di recupero assegnati da Ayroldi sono 6 che Malinovskyi prova subito a sfruttare con una volée dopo una respinta di pugno così così di Montipò. La coperta è corta e così dall'alto lato Mosquera ha davanti a sé delle praterie: proprio Malinovskyi ripiega e arpiona la sfera. L'extra-time continua a sorridere di più all'Hellas, che chiude in attacco con un traversone di Tchatchoua, il man of the match, che attraversa pericolosamente tutta l'area piccola prima del triplice fischio che sancisce la festa ospite.

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