E’ morto Humberto Maschio, l’ultimo angelo dalla faccia sporca

Dopo due stagioni nel Bologna, il centrocampista oriundo argentino veste la maglia dell’Atalanta per tre anni (26 gol), prima di vincere lo Scudetto con la Grande Inter e la Coppa Italia con la Fiorentina. Giocò anche in Nazionale. Aveva 91 anni

21 agosto 2024
Humberto Maschio giocò anche nella Fiorentina (foto Facebook Museo Fiorentina)

Humberto Maschio giocò anche nella Fiorentina (foto Facebook Museo Fiorentina)

Bergamo, 21 agosto 2024 – Se ne è andato anche l’ultimo ’angelo dalla faccia sporca’: Humberto Maschio aveva 91 anni e con Antonio Valentin Angelillo e Omar Sivori componeva il trio che dopo aver vinto la Copa America trovò fortuna in Italia fino a vestire la maglia della nazionale.

Cresciuto nel Racing Club di Avellaneda, arrivò in Italia al Bologna nel 1957 mentre Angelillo andava all’Inter e Sivori alla Juventus. Dotato di fisico, tecnica e soprattutto di un grande tiro dalla distanza che sapeva sfruttare anche sui calci di punizione, Maschio aveva già vinto con Angelillo e Sivori il Campeonato Sudamericano de Futbol, l’equivalente della Copa America, nel 1957, con 9 reti che gli valsero anche il titolo di capocannoniere.

A Bologna (due stagioni con 48 presenze e 14 gol) non ingranò, poi passò all’Atalanta che oggi ne ha onorato il ricordo (85 partite, 26 gol) e che ne seppe valorizzare le qualità grazie a Ferruccio Valcareggi, che lo trasformò in un numero dieci.  "Maschio ha vestito anche la maglia della nazionale italiana mentre militava nell'Atalanta, partecipando ai campionati mondiali del Cile nel 1962 - rimarca il comunicato sul sito ufficiale dell'Atalanta -. Viene ricordato come uno dei più grandi giocatori che abbiano mai vestito la maglia atalantina”. 

In tre anni con la maglia bergamasca si guadagna l’attenzione dell’Inter di Helenio Herrera dove si trasferisce nel 1962, anche se dopo una partenza di campionato non eccezionale perde il posto in favore di un giovane Sandro Mazzola. Vince lo Scudetto, primo trofeo della Grande Inter, con 4 reti in 15 partite. Beniamino di Angelo Moratti, non dell’allenatore.

E infatti passò alla Fiorentina dove vinse la Coppa Italia del 1965-1966, prima di tornare al Racing, in Argentina, con cui vinse nel 1967 la Copa Libertadores e l’Intercontinentale.

Nel suo passaggio italiano anche la maglia azzurra: naturalizzato, dopo l’esordio contro la Francia il 5 maggio 1962, prese parte anche ai Mondiali in Cile e fu uno dei protagonisti della “battaglia di Santiago”. Leonel Sánchez gli provocò la frattura del setto nasale con un pugno. Disse di lui Omar Sivori: “Un gentiluomo, un amico, un campione. In Italia non è riuscito forse a dare quanto vale, ciononostante lascerà un grande ricordo”.

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