Il campo di "patate" a Pesaro diventa di calcio: l'incantesimo trasformi il resto dello stadio

La giunta Ricci ha trasformato il campo del "Benelli" da un campo di patate a uno di calcio, con luci funzionanti, scritte pubblicitarie che si accendono e panchine incassate. Ora si può parlare di un campo nuovo, con un futuro fatato di stadio.

3 ottobre 2023

Se Alberto Ghiandoni, grande tifoso morto, sepolto e dimenticato, tornasse in vita si stropiccerebbe gli occhi. Vedere anche al "Benelli" le luci funzionano bene e illuminano un manto erboso che come d’incanto si è trasformato da un campo di patate e insalata a uno di calcio, avrebbe fatto felice anche lui. Gli sarebbero brillati gli occhi che è un po’ la stessa sensazione che hanno provato ieri sera i tifosi della Vis presenti allo stadio in numero considerevole e particolarmente accesi anch’essi. La palla rimbalza regolarmente, scorre fluida anche troppo, scivola come da queste parti si è visto fare solo sulla tavola da biliardo del circolo culturale ricreativo san Carlo, ora "Alla Falco". Che bello vedere finalmente il campo del "Benelli" vero e passi che non sale più il profumo dell’erba e i ceppi di gramigna non saltano come è avvenuto per un secolo. Non è serata per nostalgici questa, ma per esteti e pure per asceti perché qui, al "Benelli", è tutto un luccichio. Sono spariti perfino i vecchi cartelloni plastificati a bordo campo, eredi di quelli in legno: ora le scritte pubblicitarie si accendono e lanciano chiarori abbaglianti nella notte del "Benelli" che non puoi proprio fare a meno di leggere gli slogan e le ditte saranno contente, anche perché va tutto su Sky. "Maché nà roba acsé l’an s’era mai vesta", ("qui una roba così non si era mai vista"), sillaba con pronuncia provincialissima un vecchio tifoso. E le panchine? Sembra di stare a Cesena: incassate, simmetriche e finalmente, dopo cent’anni, riemerge la linea laterale del campo, lato tribuna, fino ad ora oscurata dalle vecchie panchine. Bisogna riconoscere alla giunta Ricci di avere fatto in pochi anni quello che chi li ha preceduti non ha saputo fare in cento, cioé l’indispensabile per l’agibilità. Ora una fata continui l’incantesimo e sistemi il resto: la copertura della nuova Prato, i muretti sbriciolati, i residui di pista, le reti (da togliere) i bagni degli ospiti sotto il livello del mare e lasciamo perdere le curve che sarebbe perfino troppo. Oggi possiamo parlare di campo nuovo. In un futuro fatato di stadio altrettanto.

d.e.

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