Inter-Milan, il derby senza fine. Marotta a Scaroni: "Noi con 2 stelle"
Il presidente dei nerazzurri replica al numero uno del Diavolo: "Auspico possano averle anche loro"
La sosta per le nazionali ha diradato gli appuntamenti in agenda sul rettangolo di gioco, almeno per i club, che assisteranno nei prossimi giorni alle performance dei propri giocatori in nazionale, speranzosi di non ricevere telefonate dagli staff medici federali. La conseguenza è che c’è più spazio per gli eventi organizzati dai club e associazioni, come la mostra per i 125 anni del Milan di questo lunedì o il Premio Liedholm consegnato ieri a Beppe Marotta alle Cantine di Villa Boemia a Cuccaro Monferrato. Sono gli incontri in cui dai dirigenti si provano a captare dichiarazioni che tendano al bilancio provvisorio, magari alla punzecchiatura, spunti che danno titoli e fermentano nelle discussioni. Per rilanciare la rivalità cittadina a Milano, ad esempio, è bastato che Paolo Scaroni, presidente del Milan, si lanciasse in un’espressione da navigato “casciavìt“, orgogliosamente di parte. Quella rossonera. "Dopo tanti anni, pensare che sono presidente dell’unica squadra di Milano, perché a Milano ce n’è solo una, vera, che è il Milan, mi dà una emozione incredibile", le sue parole davanti alla platea. Una battuta, urge precisarlo, detta anche per strappare un sorriso ai presenti di fede rossonera in un momento nel quale i risultati fanno storcere il naso. Come tale è stata accolta ieri da Beppe Marotta, stesso ruolo di Scaroni ma sulla sponda opposta del Naviglio: "Dipende da che punto di vista ma non voglio far polemiche, Paolo è un amico. Sulla mia cravatta ci sono due stelle, auspico che presto possa raggiungerle anche il Milan...", ha dichiarato ai cronisti una volta ricevuto il Premio Liedholm.
Per ora le due società vivono di soddisfazioni incrociate. Il Diavolo ha vinto un derby a settembre dopo averne persi sei di fila, ma non è riuscito a sfruttare l’onda positiva in campionato, mentre in Champions ha reagito alle prime difficoltà con un successo di importanza e prestigio in casa del Real Madrid. Per contro ai nerazzurri prude aver stoppato la striscia positiva nelle stracittadine e resta qualche rammarico per uno score a singhiozzo negli scontri diretti, ma la classifica (in Serie A come in Champions) sorride molto più che ai “cugini“. Oggi le due metà della mela calcistica milanese sono certamente molto meno distanti di qualche mese fa. L’insediamento di Oaktree al posto di Steven Zhang ha fatto sì che i rispettivi progetti sugli stadi ex novo (San Donato da un lato e Rozzano dall’altro) diventassero nuovamente una strada unitaria verso un rilancio di San Siro, magari da acquistare in compartecipazione entro la prossima estate, come richiesto dal sindaco Beppe Sala. L’idea nerazzurra di un impianto nell’hinterland è praticamente decaduta, quella del Milan a San Donato è invece viva come alternativa, perché i rossoneri erano più avanti quando le due proprietà hanno ripreso a comunicare.
A maggio scorso le milanesi si sono unite anche in un’altra iniziativa nell’ambito della politica sportiva, quando entrambe hanno firmato assieme a Juventus e Roma un vero e proprio atto di sfiducia nei confronti del presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, “crisi“ poi rientrata ma che fotografa un’idea condivisa riguardo alla direzione da intraprendere. Ovviamente l’eventuale collaborazione fuori dal campo non ha ricadute su quanto accade all’interno, dove di sconti non se ne fanno, nemmeno negli sfottò (ai piani alti come al bar). E ancor meno sul mercato, che potrebbe rivedere le milanesi a confrontarsi in quel che non dovrebbe somigliare a un duello, ma ad una corsa aperta a più club. Il riferimento è a Jonathan David, attaccante che a fine giugno dovrebbe chiudere l’esperienza al Lille a parametro zero, ben conosciuto da Fonseca (lo ha allenato proprio in Francia) e da tempo nel mirino di Ausilio per un nuovo colpo tra gli svincolati. Sarebbe l’ultimo di una lunga lista, se non fosse che alla partita si sono iscritte anche la Juventus e diverse realtà estere.
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