Boato da Champions. L’urlo del capitano: "Meritavamo altre reti. Ma che spettacolo S. Siro»

Il sold out salta per l’assenza dei sostenitori portoghesi, squalificati dall’Uefa e senza i tifosi ospiti la prima partita casalinga è tutta dei fan nerazzurri. Marotta su Lautaro: "È arrivato ragazzo, sta diventando un campione".

di MATTIA TODISCO -
4 ottobre 2023
L’urlo del capitano: "Meritavamo altre reti. Ma che spettacolo S. Siro"

L’urlo del capitano: "Meritavamo altre reti. Ma che spettacolo S. Siro"

A San Siro torna il clima Champions e con esso altre gioie per l’Inter contro il Benfica, come già era accaduto qualche mese fa. "Ho fatto i complimenti ai ragazzi. Non dimentichiamo che avevamo giocato sabato ed eravamo tornati durante la notte - dice Simone Inzaghi a fine partita - Il primo tempo è stato equilibrato, abbiamo avuto delle occasioni in cui dovevamo essere più lucidi. Nel secondo abbiamo aumentato l’intensità e siamo stati strepitosi, dando l’impressione di poter far sempre gol. Non siamo riusciti a fare il 2-0, ma abbiamo vinto meritatamente con un avversario di assoluto valore. Siamo stati bravi nonostante pali, traverse e Trubin".

Un successo arrivato dopo 45’ in cui la squadra ha faticato a creare opportunità. "A fine primo tempo ho detto ai ragazzi che eravamo stati sempre in partita, concentrati, giocando contro un’avversaria che l’anno scorso era arrivata ai quarti di finale di Champions vincendo il campionato. Potevamo fare meglio in un paio di scelte – analizza ancora Inzaghi - Abbiamo avuto anche una disattenzione su una rimessa lunga, ma poi la squadra ha avuto una determinazione impressionante. Dobbiamo continuare così".

Inter-Benfica è stata anche la sfida tutta argentina tra campioni del mondo, il Fideo da una parte, Lautaro Martinez dall’altra. Per il capitano interista, che sul terreno di gioco trova un altro connazionale iridato in Qatar come Otamendi a prenderlo in consegna, c’è aria di prolungamento, anche se la dirigenza non sembra avere fretta. "È l’ultima delle considerazioni - dice Beppe Marotta nel pre-partita - Secondo me la più bella è il fatto che Lautaro sia stato riconosciuto come leader all’interno del gruppo, con la fascia di capitano assegnatagli che gli dà maggiore responsabilità. Negli ultimi anni ha acquisito una mentalità vincente. Dove lo metto nella classifica dei migliori attaccanti? Non ha ancora raggiunto la parte più solida della carriera, quella legata all’esperienza. Quando ha iniziato all’Inter era un talento, oggi è un campioncino, o meglio un campione che se la gioca per statistiche e valutazioni con tanti campioni del presente e del passato. Ma è un attaccante molto giovane, si sa che l’esperienza è fondamentale".

Se in via della Liberazione non hanno premura è anche perché Lautaro non mostra volontà di lasciare la truppa. "Per noi era una partita molto importante, con la Real Sociedad abbiamo faticato a fare il nostro gioco – dice Martinez a fine gara dopo aver colpito un palo e una traversa - ma alla fine meritavamo di fare più gol. E che spettacolo i tifosi..... I legni? Non mi era mai capitato una partita così in carriera".

C’era un solo grande vuoto in tutto lo stadio, al terzo blu, dove solitamente stazionano i tifosi ospiti tenuti alla larga dallo stadio dopo i disordini della scorsa stagione. Avvennero proprio in questo teatro. Capita la malparata (l’Inter aveva vinto l’andata e stava dominando il ritorno) qualcuno pensò bene di lanciare fumogeni al settore sottostante. La conseguenza è che al Meazza, oltre al nerazzurro, non spiccano altri colori dagli spalti. La Scala del calcio, complice il provvedimento dell’Uefa si superano di poco i 66mila presenti con 5,3 milioni d’incasso lordo. La Curva fa il suo lavoro in termini scenografici. Un enorme “Milano“ tra rosso, bianco, nero e blu campeggia per tutto il settore. Prima ancora, nell’aria erano volati fischi. Le formazioni annunciavano la presenza di Angel Di Maria, un recente passato juventino che da queste parti non ispira simpatia per principio.

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