E’ sempre un’Inter de luxe, Lazio stesa. Thuram, Calha e Frattesi: perle da finale
Supercoppa, dominio nerazzurro a Riad, solo le traverse e gli errori evitano un punteggio più largo. Lunedì sera la partitissima col Napoli
Il Re di coppe Simone Inzaghi è ingordo e feroce, proprio come la sua Inter. Una macchina perfetta quella che ha travolto la Lazio allo stadio universitario Re Saud (davanti ai 21mila spettatori, decisamente più partecipativi rispetto alla prima semifinale), una squadra che gioca un calcio spettacolare e che lunedì sera è pronta a regalare al suo allenatore la quinta Supercoppa (Napoli permettendo). Il 3-0 (stesso punteggio dei partenopei contro la Fiorentina) va anche stretto ai nerazzurri che per un’ora abbondante hanno preso a pallate gli avversari, colpendo anche due pali e sfiorando più volte il gol. Con maggior cinismo poteva starci un punteggio tennistico, anche perché i biancocelesti mai sono stati in partita. Attaccanti (sia l’enigmatico Immobile che Pedro schierato al posto dell’acciaccato Zaccagni) quasi impalpabili, anche perché serviti pochissimo dai centrocampisti (in ombra anche l’ex Vecino, e Luis Alberto è entrato troppo tardi). E difesa in affanno perenne. Sarri si aspettava ben altro, e invece si è vista la fotocopia della gara dominata e vinta dall’Inter in campionato un mese fa all’Olimpico.
Avvio pirotecnico dei titolarissimi nerazzurri che pressavano e giocavano a memoria arrivando al tiro con grandissima facilità. Nei primi otto minuti ci provavano prima Barella e poi per due volte Thuram. La differenza fra le due squadre non stava solo nella qualità, ma nella pressione molto alta dei nerazzurri e negli inserimenti dei centrocampisti. Il gol che spaccava il match (17’) era la naturale conseguenza: prima il cross di Bastoni da sinistra, poi l tacco di Dimarco che disinnescava la difesa biancoceleste, liberando Thuram per la zampata decisiva. La Lazio non riusciva a reagire (annotati solo un lancio di Vecino per Immobile e un tiro fuori misura di Felipe Anderson), mentre l’Inter si alzava pericolosamente con gli esterni, soprattutto sulla corsia mancina. E quando c’erano spazi liberi fra le linee, i nerazzurri erano abilissimi a infilarsi. Come Martinez, il tiro dalla distanza veniva respinto da Provedel. Altra fantastica azione (35’) con costruzione da dietro e sul cross di Dimarco al volo Barella colpiva la traversa. Al giro di boa l’Inter usciva benissimo dagli spogliatoi: Pedro agganciava Martinez in area, Marchetti richiamato dal Var assegnava il rigore (dodicesimo stagionale per l’Inter) e Calhanoglu non sbagliava. Una sentenza. Che metteva fine alle speranze della Lazio, prima graziata da Martinez (il suo destro si schiantava sulla traversa) e poi punita nel finale ancora da Frattesi per il pesantissimo 3-0. Tanta roba la squadra di Inzaghi per una piccola Lazio. Il Napoli è avvisato.
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