Simone Inzaghi nella storia dell’Inter: “Bellissimo vincere lo scudetto nel derby, in bacheca già 6 trofei”

Nerazzurri campioni d’Italia, il tecnico dopo il trionfo a San Siro: “Dedico questo successo ai tifosi e alla mia famiglia”

di GIULIO MOLA -
22 aprile 2024
Beppe Marotta e Simone Inzaghi festeggiano in campo lo scudetto della seconda stella

Beppe Marotta e Simone Inzaghi festeggiano in campo lo scudetto della seconda stella

Milano, 22 aprile 2024 – Aveva un compito complicato: ereditare la panchina di Antonio Conte, l'allenatore dello scudetto numero 19. Simone Inzaghi in tre anni ha vinto tanto, è cresciuto mese dopo mese, partita dopo partita.

In tre stagioni all'Inter il tecnico piacentino ha alzato 6 trofei e sfiorato la Champions, con la finale-beffa persa col Manchester City. Ma ha lasciato un'impronta. Ha aperto un ciclo che sembra essere destinato a durare a lungo visto che presto firmerà il rinnovo del contratto (fino al 2026 con opzione di una stagione successiva).

Bravo Inzaghi, il tecnico della seconda stella, capace di arrivare così in alto grazie a gioco e intuizioni. Non era facile e neppure scontato, infatti anche Simone è stato in discussione. Anzi, si è messo in discussione e il suo primo scudetto è meritatissimo.

"È una serata bellissima - le prime parole di Inzaghi all'arrivo in conferenza stampa - abbiamo fatto qualcosa di incredibile ed è da condividere col mondo Inter, dai dirigenti al nostro presidente. L'ho sentito Steven Zhang, era contento. Un pensiero va ai tifosi, alla mia famiglia, a mia moglie Gaia, ai miei figli, ai miei genitori a mio fratello Pippo. Questi tre anni sono stati importanti, il mio limite è non riuscire a tenere il lavoro fuori da casa e tante volte me lo sono portato con me. Un pensiero grande ai miei collaboratori che mi aiutano tantissimo, condivido questo grandissimo traguardo con loro". Ma c'è una cosa più di altre che rende orgoglioso Inzaghi: "Questa gente, la passione dei tifosi. Tornando indietro, vedo 6 trofei, una finale di Champions: era difficile immaginarsela così. Ho trovato giocatori che mi hanno dato tantissimo, tutti quanti hanno contribuito a questo traguardo, abbiamo avuto la matematica in casa del Milan ed è un qualcosa che rimarrà. Volevo rendere onore ai rossoneri, non era una partita semplice per loro a livello psicologico. Sono stati validissimi avversari in questi tre anni e lo saranno anche in futuro. Il merito che mi riconosco di più? Il lavoro quotidiano perché lavoriamo tanto per il bene dell'Inter. Siamo andati sempre in un'unica direzione, concentrati sempre per far succedere giornate come questa. Sarà indimenticabile, ora ci saranno dei giorni di festa con la nostra gente, se lo meritano perché sono sempre stati straordinari. Ci tenevamo tantissimo a vincere questo scudetto stasera, nel derby”.

Perché questo non è uno scudetto come gli altri, ma quello della seconda stella. E verrà ricordato nella storia proprio come quello della prima stella, firmata da Helenio Herrera. Inzaghi non ha sbagliato una mossa, anzi con le sue parole e le sue scelte ha spesso fatto la differenza. Ed è sempre stato credibile agli occhi dello spogliatoio. Adesso festeggia il primo scudetto della sua carriera da allenatore. Con la sensazione che non sarà l'ultimo.

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