Inter, doppia operazione trionfo. Tutto per la nuova stella nel derby. Lautaro e Inzaghi: rinnovo vicino
Sei giorni alla stracittadina che può regalare con una vittoria il ventesimo scudetto ai nerazzurri. Marotta sicuro della firma del tecnico e del numero 10: "Ci sono i segnali per continuare con Zhang" .
Una settimana per arrivare a un insolito derby del lunedì. Diverso per il giorno non così canonico, anche se ormai tra quelli papabili per vedere la Serie A. Sentito, come e più del passato, avendo la valenza di una partita scudetto. Solo per una fazione, quella interista. Il Milan, anche vincendo o pareggiando, rimanderà una festa nerazzurra che pare scritta e che non sarebbe meno amara. Sarebbe una torta piena, senza la ciliegina del trionfo nella stracittadina, da consumarsi però più avanti. Insieme a un rinnovo per Inzaghi che sarà una conseguenza. "Sto bene, ho una società forte alle spalle, è normale che a fine anno ci siederemo a parlare e non ci saranno problemi a continuare questo percorso", ha dichiarato ieri il tecnico ricevendo il Premio Bearzot. E l’ad Marotta ha rinforzato il concetto: "Il rinnovo per noi è fisiologico, Inzaghi rappresenta il profilo migliore per noi. Abbiamo scelto lui perché era il profilo perfetto per qualità umane e professionali. Ha dimostrato di essere non solo bravo ma anche vincente. La nostra posizione è tranquilla, il futuro è roseo. Posso solo dire che il presidente Zhang ha grande passione, ma delega. La speranza è che possa andare avanti e ci sono tutti i segnali in questo senso". Marotta dichiara poi che "sicuramente" anche il rinnovo di Lautaro si farà.
All’Inter domenica non è riuscito di battere il Cagliari, avrebbe significato partire nel derby con due risultati utili su tre in chiave scudetto. Considerate le mancanze difensive, la squadra ha forse sofferto tecnicamente più l’assenza di Pavard che non quella di Lautaro (ma Bisseck è stato anche il meno peggio del terzetto difensivo). Se si parla di leadership, però, un Martinez in meno pesa. L’argentino tornerà proprio nella stracittadina.
Il 5-1 dell’andata è stato tra i pochi confronti diretti coi rossoneri in cui non ha segnato, eppure ha messo il suo timbro con un assist a Mkhitaryan e una costante presenza nel gioco dei nerazzurri. Lo scatto in avanti rispetto alle passate stagioni sembra proprio questo. Persino nelle settimane senza gol Lautaro è sembrato in grado di dare qualcosa ai compagni. Di recente ha anche dato una risposta al “veleno” a una vecchia gloria milanista come Alessandro Costacura, secondo cui al capitano nerazzurro mancherebbe un ultimo step nelle partite di cartello. Ha ricordato, il diretto interessato, che proprio al Diavolo ha segnato in una semifinale di Champions. Il suo compagno di reparto con cui ha giocato più spesso, Thuram, si è appena sbloccato dopo due mesi di digiuno dal gol. Quello di Lautaro dura dal 28 febbraio, interrotto in nazionale ma non con l’Inter. Può mettere lui il sigillo scudetto, davanti ai rivali cittadini. Con la fascia al braccio ha già alzato il trofeo della Supercoppa Italiana. Nulla a che vedere col sapore che avrà levare al cielo la coppa del campionato.
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