Inter e Milan all’attacco. I nerazzurri primi per gol realizzati . Ma anche i “cugini“ sanno far male

Otto le reti segnate dai campioni d’Italia nonostante Martinez (in nomination per il Pallone d’Oro) sia a secco. Il Diavolo aspetta a braccia aperte il rientro di Morata che ha timbrato sotto porta al debutto contro il Torino.

di LUCA MIGNANI -
5 settembre 2024
I nerazzurri primi per gol realizzati . Ma anche i “cugini“ sanno far male

Otto le reti segnate dai campioni d’Italia nonostante Martinez (in nomination per il Pallone d’Oro) sia a secco. Il Diavolo aspetta a braccia aperte il rientro di Morata che ha timbrato sotto porta al debutto contro il Torino.

Il derby è sempre lì, dietro l’angolo. Anche e soprattutto ora, paradossalmente, nel momento della sosta per lasciare spazio ai vari impegni con le nazionali: calma apparente. Di fatto, invece, brace sotto la cenere, quiete prima (e dopo) la tempesta. Tempo al tempo. E a proposito: il recente passato recita Inter prima in campionato e col miglior attacco (89 gol in 38 gare), Milan secondo e secondo anche a livello offensivo (76 reti). Il presente dice nerazzurri tutt’ora primi (col miglior attacco, 8 centri in 3 gare), rossoneri invece quattordicesimi, ma da terzo posto a livello di reti (5).

Di fatto, la prossima attesissima stracittadina, sarà uno scontro soprattutto tra attaccanti. Il derby arriverà in coda a giorni caldi: antipasto Champions con City per Inzaghi e Liverpool per Fonseca, prima la quarta di campionato contro Monza e Venezia. Come roventi saranno le sfide nelle sfide tra due reparti che, a oggi, hanno numeri quasi beffardi: 53 conclusioni per il Diavolo in 3 partite (dietro solo alle 59 del Napoli), 41 per i cugini (noni in questa classifica) che però hanno raccolto molto di più. Sfida nella sfida in primis tra Lautaro Martinez (nelle 30 “nomination“ per il Pallone d’Oro con il compagno di squadra Calhanoglu) e Alvaro Morata. L’argentino, 27 anni, in estate ha alzato la Coppa America (dopo la Coppa del Mondo), per di più da capocannoniere, stesso titolo conquistato nell’ultima Serie A (24 reti, più 3 nelle coppe) che ha pure vinto da capitano. L’ultimo dispiacere per il “Toro“, fresco di rinnovo fino al 2029 a 9 milioni più bonus a stagione, e che in campionato quest’anno è ancora a secco, risale in pratica al ko in Champions dell’anno scorso con l’Atletico.

Dall’altra parte, c’era proprio Morata: con i Colchoneros 21 reti (15 in Liga, 6 nelle coppe) sul biglietto da visita che lo ha portato sull’altra sponda del Naviglio. Il 31enne, campione d’Europa con la Spagna e con la fascia al braccio, si è presentato a San Siro, contro il Torino, andando subito in gol. È attesissimo, dopo l’infortunio muscolare (lesione di basso grado del retto femorale sinistro) che lo ha tenuto fermo con Lazio e Parma, oltre che lontano dalle ultime convocazioni delle Furie rosse.

Non solo Lautaro-Morata, comunque. Marcus Thuram è già a 4 segnature quest’anno e, dopo l’eliminazione della sua Francia in semifinale agli Europei proprio per mano di Morata e compagni, sa bene come si decide una stracittadina (vedasi la rete del momentaneo 2-0 nel derby della seconda stella di pochi mesi fa). Anche Rafa Leao, un gol e un assist fin qui, conosce la ricetta: nell’ultima sfida ai nerazzurri vinta dal Diavolo, nel settembre 2022, ci sono due sue firme sul 3-2 finale. Il conto alla rovescia è già partito. Si partirà in quinta: ripresa del campionato, prima di Champions. Poi il veleno o il dolce, nella coda: derby.

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