Inter in ansia, Lautaro si ferma. Niente nazionale: torna in Italia
Il capitano si è infortunato e salta anche il Brasile. Zanetti agli studenti: "Ormai questo è il mio paese"

Lautaro Martinez, 27 anni, tiene in apprensione i tifosi dell’Inter
Saranno trent’anni dal suo primo giorno in Italia, il prossimo mese di luglio. "Ormai questo è il mio Paese", dice Javier Zanetti davanti alla folla di studenti che lo attendono a Milano, all’Istituto Istruzione Superiore Lagrange, dove per un’ora il vice-presidente dell’Inter parla della sua lunga esperienza. Da calciatore, da dirigente, da fondatore della Fondazione Pupi, da papà (quale giorno migliore). Lo circondano padri e figli, interisti e non, affascinati dai racconti di un personaggio trasversale che arrivò insieme al connazionale Rambert, una meteora, facendosi spazio tra lo scetticismo fino a diventare il giocatore con più presenze nella storia nerazzurra.
Da undici anni non gioca più ed è vice-presidente, un percorso che lo vede ancora in cammino e durante il quale ha partecipato anche ad alcune trattative di mercato in cui sapeva di poter essere utile. Portò Banega, che durò poco, fu fondamentale per Lautaro ed è andata nettamente meglio. "Vidi un’intervista dopo che aveva fatto tripletta, in cui si disse non contento della sua prestazione. Capii che aveva le qualità che servivano. Quando prendi un giovane devi capire cosa può darti in prospettiva, non per forza in quel momento", afferma Zanetti, predecessore del “Toro“ nel ruolo di capitano. "Una posizione - dice - nella quale devi essere un esempio. Devi parlare poco, quando è importante farlo e devi fare tanti fatti. Devi essere sempre una risorsa per i compagni in ogni momento, quando va bene e quando va male".
I risultati dicono che il periodo è positivo, ma da ieri filtra una certa preoccupazione. Perché proprio Lautaro si è procurato una lesione muscolare al bicipite femorale sinistro che andrà approfondita. Sembrava un piccolo fastidio, in grado di fermarlo per Uruguay-Argentina di sabato, ma non per la sfida al Brasile di mercoledì. E invece, nella serata italiana, la Federcalcio albiceleste ha fatto sapere che l’attaccante è sulla via del rientro in Italia. C’è da capire per quanto ne avrà, se a questo punto potrà esserci per il 30 marzo contro l’Udinese (difficile), quando comincerà un lungo tour de force che ad aprile prevede, oltre alle domeniche di campionato, quattro impegni infrasettimanali equamente divisi tra le semifinali di Coppa Italia col Milan e i quarti di Champions con il Bayern Monaco.
Ed anche se dietro le quinte si comincia a lavorare ai futuri Lautaro (proprio Zanetti sta facendo opera di convincimento con Pablo Paz per il figlio Nico, ma Como e Real progettano un’altra annata sul lago prima del possibile riacquisto dei madrileni) Inzaghi ha oggi ben presente quale sia la priorità. Spera di non ricevere ulteriori cattive nuove dai dieci giocatori impegnati con la nazionale, visto che già i vari Zielinski, Zalewski, Darmian e Dimarco (tutti e quattro ieri ad Appiano mentre il resto del gruppo era a riposo) ingrossano oggi la lista indisponibili insieme all’acciaccato Thuram e a Dumfries, che si è appena fermato contro l’Atalanta per un guaio muscolare. Per Lautaro saranno fatte le verifiche del caso una volta tornato a Milano, in caso di indisponibilitài Inzaghi dovrà chiedere aiuto agli altri attaccanti: Arnautovic, Correa, entrambi in scadenza di contratto ma a cui è stato dato spazio all’occorrenza, più Thuram e Taremi, che finora ha fatto meno di quanto ci si attendesse.
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