Inter, l’allungo va in fumo. Arnautovic illude Inzaghi. Gila a punto con Dragusin
A Marassi gara interrotta per sette minuti nel primo tempo per scarsa visibilità. I nerazzurri senza Lautaro mancano l’occasione di trovarsi già campioni d’inverno.
Dopo aver fermato sul pari la Juventus, il Genoa si toglie la soddisfazione di bloccare anche l’Inter capolista della Serie A. Una serata complicata per i nerazzurri, che sbattono contro la fisicità e la voglia dei ragazzi di Gilardino, spinti da uno stadio che spinge i propri beniamini con la solita presenza vocale.
Marassi fa ampiamente la propria parte. I fumogeni sono talmente tanti che la partita si blocca improvvisamente dopo un quarto d’ora di schermaglie per scarsa visibilità. Da qui il maxi-recupero che farà felice il Genoa, a segno proprio nelle fasi finali di una frazione in cui il possesso è spesso nei piedi dei rossoblu, anche se le occasioni si verificano maggiormente sul lato opposto. Sia prima dello stop, con Mkhitaryan che entra in area avversaria già al 1’ sparando altissimo, sia dopo con Calhanoglu che ci prova da lontano e Arnautovic che trova finalmente la prima rete del suo campionato, contestata dai padroni di casa per una spinta di Bisseck su Strootman che Doveri non ritiene irregolare. Il Genoa pressa alto, concede spazi ma non ha timore. Va vicino alla rete poco prima dello svantaggio, quando Acerbi svirgola un rinvio di testa e proprio nel recupero trova il pareggio con Dragusin sfruttando le doti aeree del difensore rumeno e una delle rare incertezze stagionali di Sommer, che mette tardi i pugni e si ritrova la sfera alle proprie spalle.
I palloni alti sono un’arma che l’Inter soffre più del solito, soprattutto quando a salire sono i centrali avversari, non solo Dragusin, ma anche Vazquez che entra dopo l’intervallo per De Winter ed è il primo a tentare la conclusione nella ripresa su azione da corner. Sul lato opposto i nerazzurri, in bianco per l’occasione, sfoderano una giocata già vista spesso in passato, il lancio in verticale di Bastoni per l’inserimento del centrocampista. A concludere è Arnautovic su sponda di Barella, stavolta senza trovare lo specchio. Gilardino attinge dalla panchina con Malinovskyi e Retegui che prendono posto in campo. Inzaghi attende, ma sulle situazioni da fermo i suoi soffrono ancora. Acerbi punge sul lato opposto (bravo Martinez), in compenso ha una chance anche Dragusin (centrale). Tocca allora a Sanchez, allo scoccare del 70’, al posto di un positivo Arnautovic. Gilardino decide invece di rischiare un cambio offensivo con Messias per Martin, mentre sul lato opposto entrano Dumfries e Frattesi per Darmian e un nervoso Barella, ammonito per proteste. Nelle rispettive aree volano ancora palloni alti, nessuno si trasforma nel possibile vantaggio, fino allo scoccare del triplice fischio.
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