Inter, l’ascesa di Bisseck. Scuola, calcio e risate. Il “cervellone“ tedesco è il futuro della difesa

A 16 anni ha finito gli studi ed esordito in Bundesliga, frenato però dagli infortuni. Stava per smettere e fare il medico, all’Aarhus è ripartito stregando i nerazzurri . In diciotto mesi a Milano “l’esplosione“: valore quintuplicato e nazionale in premio.

di MATTIA TODISCO
27 marzo 2025
A 16 anni ha finito gli studi ed esordito in Bundesliga, frenato però dagli infortuni. Stava per smettere e fare il medico, all’Aarhus è ripartito stregando i nerazzurri . In diciotto mesi a Milano “l’esplosione“: valore quintuplicato e nazionale in premio.

A 16 anni ha finito gli studi ed esordito in Bundesliga, frenato però dagli infortuni. Stava per smettere e fare il medico, all’Aarhus è ripartito stregando i nerazzurri . In diciotto mesi a Milano “l’esplosione“: valore quintuplicato e nazionale in premio.

Il ruolo del carneade non gli si addice più. La parabola di Yann Bisseck ha abbandonato da tempo la tappa da “illustre sconosciuto“ per imboccare la strada dell’affermato giocatore d’élite. Ha appena esordito in nazionale maggiore con la Germania, dopo una stagione e trequarti di inarrestabile ascesa con l’Inter, che si gode uno degli affari più importanti della storia recente in termini di rapporto qualità-prezzo. Giocava nell’Aarhus, in Danimarca, dove in un paio di stagioni aveva provato a riprendere il filo del discorso intrapreso in giovanissima età. Era considerato un prospetto in grado di esplodere da un momento all’altro, forte dei 196 centimetri di altezza e di un’intelligenza calcistica non comune. A 16 anni aveva già esordito in Bundesliga con il Colonia, nella squadra della città natia. Lo stop arriva improvviso: cambia l’allenatore, subentrano grossi problemi fisici, interi campionati buttati, finché si fanno largo pensieri di abbandono del calcio. Quando la prospettiva più vicina sembra quella di studiare medicina, il padre di un compagno di squadra al Vitoria Guimaraes (Noah Holm) ne richiede i servigi in Scandinavia. È David Nielsen, allenatore proprio dell’Aarhus, sotto la cui ala Bisseck si rilancia arrivando fino alla fascia di capitano dell’Under 21 tedesca e all’Inter, che per 7,5 milioni scommette sul ragazzo.

Una valutazione che fa sorridere oggi e che già la scorsa estate sembrava nettamente sorpassata. In Spagna si stava muovendo il Real Madrid coi suoi scout e oggi transfermarkt gli assegna un valore di 30 milioni di euro, forse anche più basso del reale. Per sedersi attorno a un tavolo bisognerebbe moltiplicare per cinque, rispetto a due estati fa. Da quell’orecchio, però, l’Inter non ci sente e con la nuova politica di Oaktree (largo ai giovani di talento) in rosa si vedranno sempre più Bisseck e sempre meno veterani. Il 24enne difensore si è dimostrato un possibile pilastro per il futuro per tante ragioni. Finora in questa stagione ha giocato prevalentemente come difensore di destra, dove potrebbe essere schierato anche domenica contro l’Udinese, fronteggiando l’azzurro Lucca con cui ha già battagliato in Nations League a Dortmund in un complicato finale. All’occorrenza Inzaghi lo ha impiegato anche altrove: a sinistra al posto di Bastoni; in mezzo alla retroguardia; addirittura da quinto di centrocampo. Non in una gara banale, ma contro l’Atalanta, con l’Inter avanti di una rete e buona parte del secondo tempo da disputare. Segno che Inzaghi si fida della duttilità del calciatore e dell’intelligenza nell’affrontare le situazioni. "Si è meritato lo spazio che ha avuto col lavoro. Arrivava da un campionato diverso e ha capito subito i principi di gioco, ha imparato l’italiano presto. Ed è in continuo miglioramento", disse il tecnico alla vigilia di Inter-Lipsia, lo scorso novembre. Che si tratti di un ragazzo dalla spiccata intelligenza lo si percepisce anche dalle interviste recenti, realizzate in un ottimo italiano. "Il mio assist a Calhanoglu? Meglio che tiri lui, non voglio far male ai tifosi in tribuna", la risposta ai microfoni di Sky poco dopo la vittoria sul Monza.

Andando ancor più indietro nel tempo si capisce qualcosa in più del personaggio. Nella recente chiacchierata con 11 Freunde, Bisseck ha raccontato di aver concluso il percorso scolastico a 16 anni, in anticipo sui tempi. Ha cominciato le elementari un anno prima (ne aveva 5) e si è applicato tanto da riuscire a guadagnare un ulteriore anno. Proprio un attimo prima di esordire in Bundesliga con il Colonia. Quindi i tanti infortuni e la necessità di ricominciare fuori dai top 5 campionati europei. Reggendo di testa, prima che di fisico. Mica facile, se sei un adolescente. Ma per uno così, era giusto che il famoso treno, di quelli che solitamente passano una volta, attraversasse ancora i binari.

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