Inter padrona, la rivoluzione può attendere. Inzaghi scopre Pavard e pensa a Frattesi

Solo un paio di cambi in vista del debutto domani in casa della Real Sociedad, il tecnico vuole cavalcare l’onda del derby

di MATTIA TODISCO -
19 settembre 2023

La rivoluzione può attendere. Va bene il turnover, la gestione delle energie. Non siamo ai 100 metri piani, la stagione calcistica è un lungo viaggio che non si risolve in un lampo. Per contro, toccare certi equilibri, stravolgerli, può avere effetti improvvisamente negativi in una squadra che ha vinto (benissimo) quattro partite di fila subendo un solo gol e segnandone tredici, miglior difesa e miglior attacco della Serie A. Mescolando le ragioni sul tavolo, Inzaghi presenterà domani in casa della Real Sociedad uno schieramento con qualche piccolo ritocco, niente di più.

Potrebbe fermarsi ai soli Pavard in difesa e Frattesi a centrocampo, togliendo una maglia da titolari a Darmian e Mkhitaryan, ma non sarebbe una sorpresa se al posto dell’armeno dovesse restare fuori inizialmente Barella. Per similitudine nelle caratteristiche tra i due azzurri e perché Inzaghi rinuncia mal volentieri al mattatore del derby, autore di una doppietta. Lo ritiene un cardine imprescindibile, forse anche più degli altri due compagni di linea nella formazione tipo di questo avvio di stagione. La sfida nei Paesi Baschi è il primo passo di un nuovo percorso europeo in cui l’Inter ha tutta l’intenzione di confermarsi, dopo aver chiuso da vice-campione d’Europa. Ancora ieri, in conferenza stampa, Guardiola tesseva le lodi degli avversari nell’ultima finale di Champions League: "Ho sempre saputo che stavamo affrontando una squadra incredibilmente forte. Lo hanno dimostrato, dandoci del filo da torcere e la nostra vittoria è stata sofferta. La moneta è caduta a nostro favore, ma la sensazione che ho io è che l’Inter sia una seria candidata a tornare in finale".

Al suo fianco Walker, sulla stessa falsariga: "Magari Ederson non fa quella parata e il risultato sarebbe stato diverso", ha detto. Chissà se si riferiva all’occasione di Lautaro, a quella di Lukaku, a Gosens nell’ultimo assalto... La differenza con un anno fa? Che al momento dei sorteggi non sono circolati meme di uno Zanetti perplesso per il risultato dell’urna, non proprio benevola nell’estate 2022 e certamente più soft qualche settimana fa. Sulla carta. Perché poi le qualificazioni bisogna guadagnarsele, accantonando presto l’euforia post-derby per concentrarsi sui futuri obiettivi. Lo scorso anno la squadra di Inzaghi superò un girone con Bayern Monaco e Barcellona in cui partiva sfavorita in ottica qualificazione e per un soffio non ci arrivò con 180’ di anticipo (risolse comunque la pratica già alla penultima). Stavolta bisogna fare in modo che, partiti avanti nelle gerarchie, non avvenga l’esatto contrario.

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