Inter, un primato made in Italy. La fuga controcorrente di Inzaghi . Dimarco-Barella: missione rinnovo
I nerazzurri volano anche grazie allo ’zoccolo duro’ della nostra nazionale: un grande valore aggiunto. Arnautovic fuori almeno fino a novembre, gli attaccanti restano solo tre ma non si opererà sul mercato.
Da Internazionale a blocco Inter in nazionale. Con un trio di difensori italiani in finale di Champions League (Darmian, Acerbi, Bastoni) più altri giocatori fondamentali per il neo ct Luciano Spalletti come Barella, Dimarco e da quest’estate Frattesi. Il lavoro di Piero Ausilio e Beppe Marotta ha portato i nerazzurri a diventare un bacino per l’azzurro come poche volte era accaduto in passato. Nemmeno negli anni ‘60 si era arrivati a una situazione simile: c’era la Grande Inter, ma Fabbri preferiva affidarsi ai giocatori del Bologna (che nel ‘65 vinse uno scudetto allo spareggio proprio contro gli uomini di Herrera) e solo dopo il disastro Mondiale contro la Corea ci fu uno spiraglio per alcuni giocatori, quando ormai l’epopea interista in Europa stava per terminare.
Oggi l’Inter ha uno zoccolo duro di italiani che va anche oltre i titolari. Negli anni recenti ha avuto senatori fondamentali nello spogliatoio come D’Ambrosio o Ranocchia, ora conserva un nutrito gruppo tricolore grazie ad alcuni investimenti estivi per rafforzare le seconde linee: Audero e Di Gennaro tra i portieri, Sensi a centrocampo (tornato dal prestito al Monza). Senza contare che di italiano c’è anche l’allenatore. Non che si tratti di una primizia, ma i due tecnici campioni d’Europa con l’Inter sono entrambi di provenienza straniera (Herrera e Mourinho) e l’unico altro italiano a guidare la squadra a una finale di Champions, allora Coppa dei Campioni, fino a giugno scorso era stato Giovanni Invernizzi nel ‘72. Nei suoi discorsi, compreso l’intervento di ieri a Radio Anch’io Lo Sport, Beppe Marotta parla spesso di senso d’appartenenza, dell’orgoglio di rappresentare un club con una storia lunga e importante alle spalle. Anche per questo sono già cominciati i discorsi per il prolungamento del contratto con Dimarco. "Sono molto contento per lui – ha detto ieri l’ad parlando dell’esterno che ha deciso la trasferta di Empoli –. E’ in continua crescita e credo possa ancora migliorare. Sorpreso dalla sua crescita? Devo dire di sì perché non immaginavamo potesse arrivare a questi livelli. È uno degli esterni più forti in circolazione e di questo gli va dato atto. Il grande senso di appartenenza lo facilita nelle prestazioni e oggi è uno dei più forti a livello europeo".
Di rinnovo si parlerà anche con Barella, nelle prossime settimane. Ha il contratto in scadenza nel 2026, ma per giocatori di quella caratura i discorsi partono da lontano. È vero che il centrocampista ha sempre respinto l’ipotesi di un addio, in ultima istanza lo scorso giugno quando il Newcastle ha bussato alla porta, ma le situazioni cambiano repentinamente e la vicenda Skriniar insegna che chi si promette al club può (legittimamente) cambiare opinione.
In attacco, Marko Arnautovic rimarrà fuori almeno 45 giorni per la distrazione al flessore. L’Inter dovrà contare su Lautaro, Thuram e Sanchez. Magari anche Mkhitaryan potrà fare la seconda punta. La capolista non andrà sul mercato a cercare uno svincolato.
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