La metamorfosi di Lautaro Martinez. In patria come Diego, a S. Siro solo due gol
Raggiunto Maradona per numero di reti con l’Argentina (32), ma nell’Inter il “Toro“ ha un altro rendimento. E Inzaghi pensa a farlo riposare
Ancora decisivo. Storico, una volta di più. Con una girata al volo di sinistro in acrobazia Lautaro Martinez ha messo la firma su Argentina-Perù (1-0), infiammando la Bombonera di Buenos Aires e arrivando a quota 32 reti totali con la maglia dell’Albiceleste. Terzo gol di fila e due partite su due nel tabellino in questa sosta per le nazionali. Con il gol contro il Perù, Lautaro ha raggiunto Diego Armando Maradona, posizionandosi al quinto posto nella classifica di tutti i tempi dei cannonieri della nazionale biancoceleste. Crespo è a portata di mano, 35, il primo della classe, Messi (autore dell’assist), è una chimera, 112.
L’era di Lionel Scaloni alla guida dell’Argentina ha portato risultati straordinari. Sotto la sua gestione, solo Lionel Messi ha segnato più di Lautaro Martinez, evidenziando l’importanza del “Toro“ nel panorama internazionale. Alla faccia di chi lo vede in flessione in nerazzurro, anche se i gol a San Siro non si sommano di continuo come in altri lidi. Concluse le fatiche con la nazionale, Lautaro rientrerà ad Appiano Gentile con solo 48 ore a disposizione per preparare la trasferta di sabato contro l’Hellas Verona. Simone Inzaghi sta valutando se farlo partire dalla panchina, affidandosi a Taremi, considerando il fitto calendario che attende l’Inter, inclusa la sfida di Champions League contro il Lipsia. Quella in cui prendere le distanze dalla zona playoff e garantirsi un febbraio di riposo europeo, e corsa tricolore. Anche da questo dipenderanno le scelte sul “Toro“, mentre Thuram pare essere addirittura al centro di nuove trame di mercato. Nel frattempo, preoccupano le condizioni di Hakan Calhanoglu. Il centrocampista si è infortunato durante gli impegni con la Turchia e la sua presenza contro il Verona è in forte dubbio. Il problema all’adduttore della coscia sinistra con il Galles è un pensiero fisso, anche perchè il giocatore ha poi deciso di restare al fianco dei compagni di nazionale tornando solo nelle scorse ore. I primi esami effettuati mentre era in ritiro hanno escluso lesioni, ma l’Inter preferisce non correre rischi: oggi si avranno certezze. Pronta l’alternativa: Kristjan Asllani, reduce da 90 minuti con la sua Albania, è carico per prendersi le redini del centrocampo nerazzurro. Una missione non semplice, per chiunque, e che il classe 2002 non ha per ora mostrato di saper superare. Ma qui la palla passa a Inzaghi: sarà tutta l’Inter a doversi adeguare, ad assecondarne le doti e coprirne i difetti, sapendo che solo il turco oggi ha la personalità e la gerarchia per poter giocare a tutto campo, ricevendo palla sino all’altezza dei centrali di difesa, come capitato con il Napoli. Sono le sfide del turnover, l’Inter ha le risorse.
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