L’arma in più di Inzaghi. Frattesi si fa sentire. Non solo gol per l’azzurro nonostante la panchina

Il centrocampista ha numeri praticamente uguali a quelli di Mkhitaryan anche se l’impiego è pari a meno della metà rispetto all’armeno che sta per firmare un rinnovo del contratto in scadenza a giugno.

di MATTIA TODISCO -
2 dicembre 2023
Frattesi si fa sentire. Non solo gol per l’azzurro nonostante la panchina

Frattesi si fa sentire. Non solo gol per l’azzurro nonostante la panchina

Ormai potremmo chiamarlo il gol “alla Frattesi“. L’inserimento in area coi tempi giusti, la girata a rete trovando spesso e volentieri la porta. È successo di nuovo, al Da Luz, in una partita nella quale un disastroso 3-0 di fine primo tempo si è trasformato in pochi minuti in un più che accettabile 3-3 in casa del Benfica. L’azzurro era tra i giocatori dell’Inter lanciati dal 1’ per aggiungere minuti nelle gambe, in una stagione vissuta fin qui per lo più da subentrante. Nemmeno il forte investimento estivo (33 milioni a bilancio più i bonus per il cartellino e cinque anni di contratto) è bastato per scalzare nelle gerarchie Henrikh Mkhitaryan, che a dispetto di una carta d’identità calcisticamente di lungo corso non dà cenni di cedimento.

Per Frattesi è diventato vitale sfruttare ogni scampolo a disposizione, ogni chance. Pian piano sta salendo, un gradino alla volta: l’esordio a gara in corso, il derby, il gol (proprio nella stracittadina), la prima da titolare, il palcoscenico della Champions. Una crescita graduale, che vista l’esplosione tecnica degli ultimi mesi avrebbe potuto causare qualche mal di pancia per la lentezza del processo. Al contrario, il centrocampista che tra Mancini e Spalletti ha già avuto modo di prendersi ampiamente spazio in nazionale non ha gettato benzina sul fuoco. Aspetta il suo turno e sfrutta le chance, consapevole che solo dimostrando di meritare più possibilità potrà realmente prendersi la scena nel più breve tempo possibile.

Quel che sta rendendo difficile la scalata a Frattesi è la concorrenza. Finché l’Inter è prima in campionato e nel girone di Champions League, qualificata agli ottavi di finale con 180’ d’anticipo, è difficile imputare alcunché a Inzaghi, che pure sta utilizzando l’arma del turnover per non ingolfare i motori dei suoi calciatori e vanta come prima alternativa in mediana un giocatore i cui numeri tra gol e assist o rigori procurati (2 più 3) sono nettamente superiori a quelli di Barella (0 più 1, ma l’azzurro è in evidente crescita di condizione) e di poco inferiori a Mkhitaryan (2 più 4) nonostante un minutaggio sotto i 600’ a fronte degli oltre 1200’ delle altre due mezze ali. La prossima settimana i nerazzurri potranno dedicarla a preparare interamente la sfida con l’Udinese, dopo un’altra complicata trasferta a Napoli, ma quella coi friulani sarà la prima di cinque sfide condensate dal 9 al 23 dicembre. L’impressione è che se non ci saranno sorprese o intoppi Frattesi avrà di nuovo l’opportunità di contribuire alla causa, magari proprio in Champions League nella sfida con la Real Sociedad decisiva per chiudere in testa il raggruppamento.

Il passo successivo dovrà guadagnarselo col sudore della fronte, perché Mkhitaryan (il gicatore che più gli assomiglia per caratteristiche e che spesso avvicenda entrando a partita iniziata) va spedito verso un rinnovo biennale del contratto in essere fino al 2024, con ingaggio confermato a 3,8 milioni di euro. Le ultime dichiarazioni del suo agente, Rafaela Pimenta, fanno intendere che da parte del club e del giocatore c’è una comunione d’intenti più forte persino delle generose offerte in arrivo dall’Arabia Saudita. L’armeno si trova e si sente bene, ha intenzione di aggiungere nuovi trofei a una bacheca già molto folta e ha capito di avere in Simone Inzaghi un estimatore tale da preferirlo persino al giovane virgulto Frattesi. La possibilità di un nuovo caso Perisic o Skriniar, almeno per quel che riguarda Mkhitaryan, pare scongiurata.

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