L’Inter del corto muso. In Europa spietati e solidi
Col Lipsia terzo 1-0 di fila e quinta gara su cinque con la porta inviolata. Così Inzaghi può permettersi anche un attacco che in Coppa fatica ad incidere.
Nelle ore che portano al rinnovo di Denzel Dumfries sino al 2028 la battuta viene facile, e da Torino, malignamente, non si è fatta attendere. Ma il “corto muso“ è tutt’altro che un insulto per questa Inter, ai piani nobili della chilometrica classifica di Champions League con zero reti subite in cinque gare (e tre 1-0 consecutivi). Il segreto, di Pulcinella, sta tutto lì. Nell’accortezza di dieci uomini che lasciano Yann Sommer spesso disoccupato. Anche con Acerbi di nuovo fuori dai giochi (e ora Pavard). Anche con alcuni veterani (il nazionale azzurro e De Vrji, decisivo nel finale) che la prossima estate potrebbero diventare caselle da sostituire, a differenza dell’esterno classe 1996, blindato a tempo record. Anche in una notte come quella gelida di San Siro di martedì, tutt’altro che scevra da difetti: "L’unico neo è non aver fatto il secondo gol, ma in novanta minuti abbiamo preso un solo tiro in porta". Simone Inzaghi sceglie il bicchiere mezzo pieno, come a brindare dal balcone più alto.
Per quasi un’ora si è vista un’ottima Inter contro un avversario penalizzato dalla classifica e, forse proprio per questo, senza nulla da perdere. L’autorete è figlia di una superiorità netta, e quando il vento ha cambiato direzione il Lipsia non ha mai davvero creato l’occasione per arrestare la corsa nerazzurra, e sporcare un ruolino di marcia. Se si aggiungono i discussi contatti Dumfries-Lukeba al quarantunesimo del primo tempo, e Thuram-Lukeba (ancora) nel finale, sempre interpretati come fallo in attacco, il cerchio si chiude. L’Inter si prende i tre punti, e Simone Inzaghi alza la voce quando gli si parla di obiettivo finale: "È l’obiettivo di tutte le squadre, a maggior ragione per chi come me allena l’Inter. C’è tanta concorrenza, non è semplice soprattutto giocando ogni due giorni e mezzo. Questi ragazzi ce la mettono tutta".
Nessuno si nasconde, e allora tanto vale non farlo neanche con i difetti. Mehdi Taremi, il nome più “hot topic“ dopo il nulla, o quasi, della sua prestazione. Un tiro debolissimo verso la porta, solo 25 palloni toccati. L’attaccante di scorta perde la sfida a distanza con “El Tucu“ Correa (che in Champions non può giocare), e non si smuove dalle prime buone impressioni regalate con la Stella Rossa. Ma sarebbe il caso di parlare di tutto il reparto offensivo: sette reti in cinque gare, difficile trovare numeri simili nella top 10 della competizione. E con la Stella Rossa non ha brillato certo Lautaro Martinez, una rete in Champions, molle nell’unica reale occasione arrivatagli nella ripresa, impacciato nell’accoppiata con il compagno iraniano. In attacco tutti devono dare di più, a parte Marcus Thuram, un’iniezione di energia nel finale con il Lipsia, al netto di quel maledetto colpo di tacco nel finale che poteva costare bruttissimi scherzi.
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