Martinez è il capitano per meriti sul campo
Lautaro Martinez è tornato ad Appiano Gentile dopo il volo transoceanico per partecipare al derby. Simone Inzaghi è felice di questa notizia poiché Martinez è un titolare della Seleccion ed è un mattatore storico delle stracittadine. Con l'incarico di capitano, l'argentino è un simbolo dell'Inter.
Si è già rimesso in moto, Lautaro Martinez. La voglia di derby è tale che dopo il volo transoceanico l’argentino è tornato ad Appiano Gentile e ha svolto la seduta insieme ai compagni di squadra. Aver giocato solo pochi minuti nella sfida fuori casa contro la Bolivia lo ha avvantaggiato in questo senso. Non aveva necessità di fare un defaticante per smaltire l’acido lattico o il possibile fiato corto per la partita in altura. Per Simone Inzaghi è la migliore delle notizie possibili.
Le condizioni del "Toro", capitano e leader della squadra, erano tra i motivi di maggior preoccupazione per l’allenatore interista alla vigilia della tornata delle nazionali. Innanzitutto perché Martinez è solitamente un titolare della Seleccion. Un fedelissimo di Scaloni, a cui il ct non rinuncia tanto facilmente. Come Inzaghi, che per di più non sa se potrà contare su Sanchez e quindi deve a maggior ragione puntare sul suo totem in attacco.
Lautaro è un mattatore storico delle stracittadine. Otto gol in quattordici gare contro il Milan, ha segnato nei derby in quattro diverse competizioni, rendendo vana la marcatura di quasi tutti i difensori che i vari tecnici rossoneri hanno provato ad appiccicargli addosso. Viene per di più da un avvio in campionato nel quale ha segnato già cinque volte, due doppiette a Monza e Fiorentina e in mezzo un’altra rete al Cagliari. Con Lukaku partito verso altri lidi e Thuram appena entrato nel mondo Inter (pur con buonissimi risultati), Martinez è il centro del mondo. In più si è preso i gradi di capitano, visto che nel forte cambiamento estivo c’è stato anche l’addio di Handanovic. Era stato caposquadra già nella passata stagione dopo che Skriniar aveva reso nota la sua volontà di passare al Paris Saint-Germain, ma era un titolo da spartire con Brozovic, D’Ambrosio, lo stesso Handanovic quando ha giocato, in attesa di definire gerarchie più precise. Adesso la società ha deciso di conferirgli l’incarico in via definitiva e lo ha fatto puntando sulla voglia del giocatore di diventare sempre più un simbolo della squadra.
A conferma che l’Argentina è un Paese dal quale l’Inter pesca spesso benissimo, visto che l’ultima bandiera nerazzurra (tuttora in società) è stato Javier Zanetti e che l’uomo grazie al quale il club lo ha strappato al Racing è Diego Milito, antico bomber interista e allora direttore sportivo della società di Avellaneda. Un altro attaccante che nei derby ha prodotto numeri tutt’altro che disdicevoli.
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