Italia, parla Barella: “La Nazionale è come un Brunello. Pallone d’Oro? Un onore esserci”

Dal ritiro della nazionale le parole del centrocampista: “Spalletti ci sta dando tante idee di gioco, ma se penso a Mancini non posso che ringraziarlo”

di TOMMASO CARMIGNANI -
7 settembre 2023
Niccolò Barella

Niccolò Barella

Coverciano, 7 settembre 2023 – E’ l’unico italiano che France Football ha inserito nella lista dei 30 candidati per il prossimo Pallone d’Oro, era uno dei punti fermi della Nazionale di Roberto Mancini e lo sarà sicuramente anche per Luciano Spalletti. Si scrive Niccolò Barella, si legge futuro leader di un’Italia che si avvicina a grandi passi al doppio appuntamento con Macedonia del Nord e Ucraina, gare valevoli per le qualificazioni ai prossimi campionati europei. 

Lui sceglie la strada della modestia, ma questa è la seconda volta in tre anni che finisce nella lista dei 30 per il Pallone d’Oro. Non può essere un caso. “È un grandissimo onore. Sono orgoglioso di rappresentare il nostro paese in questa lista e penso che oltre a me, avrebbe potuto esserci anche qualche altro giocatore italiano. Chi vincerà? Nelle passate edizioni il nome era abbastanza scontato, stavolta l'esito sarà più incerto”.

Pensando alla Macedonia del Nord, il pensiero non può che andare alla gara che costò agli azzurri la qualificazione ai mondiali. “Sarà una partita difficile: abbiamo un brutto ricordo dell’ultima volta in cui li abbiamo affrontati, ma questo è un altro corso e noi andiamo avanti. C’è bisogno di tempo, ma ho visto grande disponibilità da parte di tutti. Dobbiamo aiutare il mister e pensare ai prossimi appuntamenti: vogliamo due vittorie".

Per quanto riguarda invece il precedente confronto a Palermo che causò la mancata qualificazione al Mondiale, Barella si assume le sue responsabilità: "Parlo della mia esperienza personale: probabilmente ho sentito troppo il peso di quella partita perché tutti noi pensavamo di non meritare di essere agli spareggi. Probabilmente è stata la frenesia di voler chiudere subito la partita e pensare dopo tre giorni di giocarne un'altra. Non è una giustificazione, ma questo ci ha fatto perdere lucidità”.

Adesso però è tempo di voltare pagina. Se questa Italia fosse un buon vino, Barella non avrebbe dubbi. “Sarebbe sicuramente un Brunello: elegante, ma con carattere”. Capitolo allenatore: “Ogni ct ha le sue caratteristiche e cerca di sfruttare al meglio quelle dei giocatori. Spalletti ci ha dato tantissime idee e ora tocca noi a metterle in campo e interpretarle. Cosa mi ha detto? Niente di particolare, di fare il mio calcio fatto di grinta, inserimenti, e magari fare qualche gol in più. Lui ha sempre fatto giocare bene le sue squadre, l'anno scorso il Napoli è stata al top per gioco insieme al Manchester City. Le idee non vanno solo con la palla ma anche per i movimenti, la fase difensiva, io ho avuto diversi allenatori ma sono nuove anche per me, bisogna prendere, immagazzinarle e poi metterle in campo".

Impossibile non parlare di Mancini e dell’Arabia. “Non posso fare altro che ringraziarlo: ha creduto in me e ci ha fatto vincere un Europeo giocando un grande calcio. L’Arabia? Ha cambiato le carte in tavola in tutto il mondo, non solo qua. Ognuno nella sua carriera prende le decisioni che vuole, poi a fine carriera si guarderà indietro e valuterà se ha fatto bene o male ad andare".

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