Italia, manca solo un passo. Poker servito a Israele. Maldini, la favola eterna

Retegui su rigore, doppietta Di Lorenzo e Frattesi: gli azzurri nella ripresa si sbloccano e Spalletti fa debuttare Daniel, terza generazione in azzurro.

di DORIANO RABOTTI -
15 ottobre 2024
Poker servito a Israele. Maldini, la favola eterna

Il gol di Giovanni Di Lorenzo, capitano per l’occasione, che ha portato l’Italia sul 2-1. Nel tondo Daniel Maldini, ieri ha esordito

Alla fine c’è anche il tempo per lasciarsi andare, per godersi la favola di Daniel Maldini, figlio e nipote d’arte, che debutta nello stesso stadio dove il padre Paolo esordì nel Milan e 36 anni dopo la sua prima in nazionale, sessantaquattro dopo nonno Cesare. Una dinastia di tre generazioni non s’era mai vista in azzurro.

C’è il tempo di pensare alla trasmissione del dna del mito perché dopo una partita scorbutica il gruppo di Spalletti trova la forza per dilagare alla distanza e per regalarsi il primo match-point, basterà un punto nelle prossime due gare per passare il turno.

Sull’erba di Udine, anche mettendo in conto il livello non eccelso dell’avversario, Spalletti scopre difetti e rivede pregi del suo nuovo gruppo. Passi avanti ce ne sono verso la costruzione di un gioco che ricorda molto la libertà collettiva dell’Arancia Meccanica, anche se ovviamente prima di sbilanciarsi così tanto servono riprove contro squadre più forti. Ma è un dato di fatto che, quando sono in undici, gli azzurri provano sempre a creare. Non ci riescono sempre, perché la prova in cabina di regia viene fallita da Fagioli schierato al posto di Ricci in partenza (con Vicario al posto di Donnarumma e Raspadori per Pellegrini).

In uno stadio blindato per le tensioni internazionali che si sono concentrate intorno alla partita, con qualche fischio all’inno di Israele, l’Italia ci mette un tempo a sciogliersi e a stabilire anche sul tabellino le giuste proporzioni di forza. Israele ci prova subito con Gloukh, poi iniziano i tentativi infruttuosi con Retegui (Glazer chiude lo specchio), Calafiori (destro molle), ancora Retegui e Tonali murati dal portiere, e poi Mateo e Raspadori che non trovano la porta. Come dire: tanto impegno, pochi frutti. La sblocca un fallo ingenuo di Peretz su Tonali, rigore che Retegui trasforma con freddezza prima dell’intervallo, come un massaggio all’inquietudine che iniziava a serpeggiare.

Al rientro è un’Italia diversa, che colpisce subito con un raddoppio che sembra un amarcord del Napoli dei miracoli: Raspadori su punizione, colpo di testa di Di Lorenzo in area, e partita teoricamente in ghiaccio quando manca più di mezz’ora al termine. In realtà qualche brivido arriva quando Abu Fani direttamente dal corner infila Vicario disturbato visibilmente da Baltaxa, ma il Var conferma la decisione dell’arbitro e punisce l’ingenuità del vice-Gigio.

Dura poco, ci pensano Frattesi con la complicità di Glazer e ancora Di Lorenzo, in un’azione avviata da un tunnel di Maldini, a richiudere il coperchio sopra ogni minimo timore.

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