Italia, Spalletti si presenta da ct: “Emozione indescrivibile. Clausola con il Napoli? Scelta giusta”

Il tecnico lancia il nuovo corso e parte da Italia-Germania 4-3: “Da Mancini eredito una buona nazionale”

di MANUEL MINGUZZI
2 settembre 2023
Il nuovo ct Luciano Spalletti

Il nuovo ct Luciano Spalletti

Coverciano, 2 settembre 2023 - È iniziata questa mattina la nuova era di Luciano Spalletti come commissario tecnico della Nazionale. Presentato il nuovo corso con le prime parole del neo ct che ha puntato tutto su un concetto chiaro: onore e senso di responsabilità per la maglia azzurra. Si parte da lì, dalla gioia di poter difendere i colori della nazionale e rilanciarla ad alti livelli. Scelta convinta quella di Luciano che aveva deciso di fermarsi per un po’ dopo lo scudetto di Napoli, ma alla chiamata azzurra non ha potuto dire di no per la felicità del presidente Gravina. E il problema clausola? Ci sono gli avvocati al lavoro ma per Luciano la scelta è stata corretta. Lo Spalletti pensiero è racchiuso qui, ben sapendo che il percorso sarà lungo e che le prime convocazioni sono state influenzate dalla preparazione estiva che vede qualche giocatore più indietro di altri.

Gravina: “Abbiamo affrontato la crisi”

A introdurre il neo commissario tecnico è stato ovviamente il presidente federale Gravina, che qualche sassolino dalla scarpa ha voluto toglierselo dopo l’addio di Mancini. Parte comunque un nuovo capitolo della storia della nazionale: “Inizia una nuova pagina, inizia l’era di Spalletti e in pochi giorni abbiamo dovuto rimediare ad una crisi imprevista e importante, forse senza precedenti per alcune modalità - l’affondo del presidente - Delusione? Un pizzico sì, non mi nascondo, ma la nostra è stata una reazione composta e focalizzata ad aprire un nuovo capitolo”. Arginato il momento di difficoltà, la Figc punta sul tecnico scudettato di Napoli per rilanciare il movimento a livello internazionale e cancellare i due mondiali a cui l’Italia non ha preso parte.

Spalletti: “Grande emozione. Sulla clausola scelta corretta”

Ha preso poi parola Spalletti, con le sue argomentazioni, sempre profonde, i suoi ragionamenti su presente e futuro ma partendo ovviamente dai ringraziamenti di rito: “Ringrazio il presidente e tutta la federazione per avermi dato questo bellissimo incarico - le parole del ct - La mia è una emozione indescrivibile e parte dal 1970 quando mia mamma mi cucì una grande bandiera per festeggiare il 4-3 alla Germania. Porterò in campo quella bandiera e spero di far rinascere il sogno in tutte le migliaia di bambini che saranno lì a guardare la nazionale”. Nuovo avventura dunque per il tecnico di Certaldo che ha vissuto anche giorni di attesa per la nota clausola che lo legava nel suo contratto con il Napoli. Spalletti prima torna sullo storico scudetto partenopeo: “E’ stata una esperienza travolgente, qualcosa che forse è anche di più rispetto a ciò che ci si potrebbe aspettare - ancora Spalletti - Il ricordo è bellissimo e indelebile e sulla clausola niente mi farà ricredere di aver preso la decisione corretta. Ci sono ancora cose su cui stanno lavorando gli avvocati”. Ma è sul senso di appartenenza alla nazionale che ora lavorerà Spalletti sulla scia di quanto hanno tramandato grandi campioni del passato: “Dobbiamo urlare la felicità di vestire questa maglia - l’avvertimento del ct - Non è una maglia qualunque, ci rimane addosso anche quando giocheremo nei nostri club. Nella storia ci sono stati campioni che ci hanno fatto vedere cosa significhi lo spirito di appartenenza e saranno sempre con noi. Mi viene in mente Vialli che porteremo nel nostro cuore”. Prime convocazioni già con qualche esclusione eccellente, ma è anche frutto del poco minutaggio in questo avvio di stagione. La spiegazione del ct: “Questa maglia è un dono e dobbiamo contraccambiare. Devo scegliere valutando i migliori in questo momento e siamo all’inizio della preparazione. Verratti e Jorginho era impensabile portarli dentro non avendo giocato minuti. Dobbiamo avere un comportamento riconoscibile per fare il calcio che vogliamo. Su questo niente deroghe”. Ora per Spalletti ci sarà un duplice obiettivo: ottenere risultati e avere un buon rapporto con i club. Su questo Mancini qualcosa ha avuto da ridire in passato, ma il neo ct punta su un costante e costruttivo dialogo: “Conosco le difficoltà dei club ma poi bisogna capire che il bene del calcio è il bene della nazionale - il monito di Luciano - Non dobbiamo essere in contrasto e cercherò di avere un rapporto continuo e proficuo. Qualche allenatore l’ho già chiamato”. Spalletti che ovviamente non vuole buttare quello che ha costruito Mancini, con un Europeo vinto e 37 risultati utili consecutivi: “Eredito una buona nazionale, Mancini ha vinto e ha lanciato molti giovani in maniera importante, scoprendo talenti utili. Di sicuro dobbiamo cancellare l’amarezza di due brutti risultati”. Ci si chiede chi potrebbero essere i leader della squadra, ma Spalletti punta sul collettivo e sull’essere leader tutti assieme senza individualità: “Non basta un solo leader, chi indossa la maglia azzurra deve avere la postura di chi sa cosa sta facendo, ma è chiaro che ci saranno giocatori con maggiore esperienza - l’analisi del tecnico - La responsabilità è una cosa che in alcuni momenti ti schiaccia, ma per essere persone forti abbiamo bisogno della responsabilità. Il presidente mi ha dato questo incarico della massima responsabilità”. Spalletti non è preoccupato nemmeno dal presunto problema centravanti. Per ora fuori dai convocati Kean e Scamacca ma per questioni di minutaggio: “Ce ne sono in Italia, non ho chiamato Kean e Scamacca per il minutaggio; ne ho chiamati altri tre e andrò a conoscerli. Poi è chiaro che la punta fisica ha caratteristiche ben precise, ma magari Raspadori è più bravo a partecipare al gioco di squadra. Andremo a cercare le rispose giuste”. Il modulo sarà a quattro, ma nel calcio moderno è tutto fluido e imbrigliare un allenatore in uno schema è ormai anacronistico. Di sicuro, l’Italia ha risolto la crisi con il miglior tecnico in circolazione e reduce da uno storico quanto clamoroso successo. Spalletti chiude con una promessa il suo esordio mediatico da ct: “Forse non sarò il miglior allenatore possibile per la Nazionale, ma sarò il miglior Spalletti possibile”. Ora Macedonia e Ucraina. Via al nuovo corso.

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