La Juve Next Gen dorme per terra in aeroporto a Trapani per un guasto all’aereo
Disavventura per la squadra allenata da Paolo Montero, che solo dopo circa dieci ore ha potuto fare rientro con un altro volo
Trapani, 23 settembre – Una notte trascorsa dormendo sul pavimento dell'aeroporto di Trapani, appoggiandosi alla meglio su zaini e borse. Non propriamente il riposo più indicato, quello della Juventus Next Gen di Paolo Montero, che ieri era rimasta bloccata appunto nella città siciliana dopo il pareggio per 1-1 contro la squadra di casa. Il volo che avrebbe dovuto riportare a casa la squadra U.23 dei bianconeri non è partito, e i giovani calciatori sono stati costretti a trascorrere la notte all'interno dello scalo. Un’immagine ritrae la squadra quasi interamente coricata per terra, tra le corsie di accesso ai controlli di sicurezza. La Juve Next Gen avrebbe dovuto ripartite per Torino alle 2 della notte scorsa, ma poi il volo era stato posticipato, a causa di un guasto all'aereo, prima di un'ora e poi nuovamente fissato alle 5, prima di essere nuovamente ricollocato alle 9. Così i giovani bianconeri hanno dormito sul pavimento dell'aeroporto. E ora la Next Gen, che alla fine è atterrata a Bergamo e poi si è diretta a Vinovo in pullman, dovrà recuperare in fretta le energie psico-fisiche necessarie per affrontare il Picerno secondo in classifica, in una sfida del primo turno infrasettimanale del campionato di Serie C. Un problema non indifferente, perché il ritardo del volo e la notte trascorsa in aeroporto hanno scombinato i piani di Montero di avvicinamento alla partita. Oggi il presidente del Trapani, Valerio Antonini, ha voluto esprimere con un comunicato la propria solidarietà alla Juventus Next Gen. “Mi sento in dovere di chiedere scusa a nome del territorio trapanese alla società sportiva Juventus FC, la più gloriosa e vincente che ci sia in Italia – ha dichiarato – per essere stati costretti a vivere una notte da incubo come quella passata nell'aeroporto di Trapani ieri sera. Non sanno i nostri amici juventini che mi sono battuto per mesi affinché si comprendessero i rischi di una gestione aeroportuale come questa, con una 'schiavitù' commerciale verso un solo vettore internazionale che decide il bello e cattivo tempo a casa nostra”.
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